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IL GIRADISCHI a cura di Stefano Mannucci

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IRHCP lo hanno rimpiazzato - costruttivamente - con Josh Klinghoffer, che è meno estroso di John ma contribuisce da bravo mastro carpentiere all'innalzamento del muro del suono, e poi è già stato in tour con la band. A proposito di palchi, ieri i Red Hot hanno "bagnato" il nuovo cd (il primo dopo "Stadium Arcadium" del 2005) con un live da Colonia, trasmesso in diretta in 900 cinema sparsi per il globo. Un collaudo monstre, di quelli che servono per far sentire che Kiedis e soci non hanno smarrito la voglia degli anni verdi, anzi qui la riconfermano con lucidità, ostinazione e genio. È di nuovo super-rock, il loro: un'ora quasi tutta tiratissima (ma sentite come vi inganna deliziosamente "Brendan death's song", che parte acustica e fila via vertiginosamente), con al mixer il solito mago Rick Rubin e una copertina firmata Damien Hirst. E questi vecchietti che sembrano tornati tonici come al tempo di "Californication". Voto 8 e mezzo su 10

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