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La ricetta che tiene accesa la speranza

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Ilmerito di Mario Calabresi è quello di opporsi a questa Grundstimmung di rassegnazione che ci spinge verso un gorgo di inerzia e indolenza nei confronti di un futuro che, in realtà, «esiste nel momento stesso in cui noi stessi esistiamo». Questo libro è un vero e proprio condensato di storie umane che tentano di scardinare, dal basso, questa atmosfera di ineluttabile destino fatto di porte chiuse e di frasi caustiche come «non si può fare...me ne vado all'estero». Per sconfiggere quest'atmosfera e riabilitare la speranza e la voglia di farcela, l'autore non si limita ad un ottimistico e retorico elogio della volontà e, come un bravo cronista, fiuta quei racconti di vita che narrano testimonianze di come si possano realizzare i propri sogni grazie alla voglia di non arrendersi mai, di non sedersi. Così possiamo trovare la storia della generazione dei nostri nonni che fra mille difficoltà quotidiane ha costruito il nostro presente fatto di mille comodità; la storia di un medico come Veronesi che vive ormai anno dopo anno i grandi progressi fatti dalla medicina; o di chi, scienziato come Giovanni Bignami, ci racconta di un sapere scientifico che ci offre una visione dell'universo sempre più affascinante; e di chi, figlia di immigrati, primeggia perché crede fermamente che il suo unico strumento di riscatto sia, nonostante tutto, lo studio. Sfatare dunque alcuni miti del presente perché non è vero che siamo nel peggior periodo della nostra storia. Il passato ci offre un ricordo di sofferenza, di alte curve di mortalità che oggi noi non abbiamo. È non è neanche vero che il nostro non è un paese per giovani. Certo, la spinta propulsiva dell'Italia è durata 40 anni. Oggi economicamente non ci sono più progetti, si vive in uno spazio di tempo limitato, si ragiona sul breve periodo, tutto è precario. Siamo immersi in un «Kodak moment», nell'immediata disponibilità di tutto, che ci induce alla facilità della conquista che non educa alla voglia di riscatto, ma ad una insofferenza nel momento in cui non si ottiene tutto e subito. Lo spirito di competizione non sembra più tenere conto del merito, della preparazione costruita passo dopo passo ma si concentra su tutto il contorno che non è più utile al progresso ma solo a tenere in vita lo spettacolo del progresso. Niente di tutto ciò però può legittimare «una cultura della lamentela che ha preso il sopravvento». Ed è per questo che Mario Calabresi incontra scienziati, imprenditori, artisti, giornalisti e gente comune capace di inseguire i propri sogni affrontando a testa alta le sfide del mondo d'oggi, storie che ci raccontano come si tiene accesa la speranza, «cosa tiene accese le stelle».

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