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Sogno la Roma degli anni '50

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Carlo Verdone

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È un Carlo Verdone vulcanico e in grande forma, che non nasconde però un pizzico di pessimismo, l'attore e regista che si appresta a consegnare al Festival del Cinema europeo di Lecce (12 - 16 aprile) il premio intitolato al padre. E a proposito di festival, dopo la polemica lanciata da Galan, che differenza vede tra la kermesse cinematografica di Roma e quella di Venezia?  Quello di Venezia è un festival, a Roma invece c'è una Festa, con la particolarità degli incontri con il pubblico, gli autori, i registi e gli attori. Tutto questo a Venezia non c'è. Galan dovrebbe riflettere sul fatto che l'Auditorium di Roma è il secondo complesso culturale per numero di presenze nel mondo, dopo il Lincoln Center e prima del Centre Pompidou. Al Festival di Lecce, per il premio intitolato a Mario Verdone, sono in gara tre film di giovani autori, quale le piace di più e quale sarebbe andato a genio a suo padre Mario? Il vincitore lo sceglierò insieme con i miei fratelli, Silvia e Luca, tra Aureliano Amidei per "Venti sigarette", Claudio Cupellini per "Una vita tranquilla" e Paola Randi per "Into Paradiso". Alberto la Monica, direttore del Festival con Cristina Soldano, ha poi scelto per il concorso 10 anteprime, tra cui "I bambini della sua vita" di Peter Marcias, mentre fuori concorso mi incuriosisce "W Zappatore" di Massimiliano Verdesca con Sandra Milo in un'inedita versione rocker metallara. Il film che sceglieremo tra noi fratelli seguirà il gusto di papà, il suo rigore, la sua attenzione alla qualità e alla innovazione. Prima che morisse, a 90 anni, mi diceva che non gli piacevano molto i film in sala, tranne uno, "Across the Universe", musical di Julie Taymor del 2007 che rivisita le canzoni dei Beatles. Quando inizierà a girare il suo prossimo film da regista?  Comincerò a giugno con i set tra Roma e Parigi, per un'uscita prevista a gennaio 2012. Nel cast ci saranno Pierfrancesco Favino, Marco Giallini e Micaela Ramazzotti, un'attrice che ho scoperto io in "Zora la vampira". Ora è maturata tantissimo, ha una personalità definita, tempi notevoli, una grande simpatia e serenità. Ho scritto la parte su misura per lei e già mi viene da ridere pensando a come dirà certe battute. Tema della commedia sono i padri separati e senza soldi: vado sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo e questo argomento è molto sentito, credo sia uno dei copioni più belli che abbia mai scritto. Perché le commedie italiane, sul genere di «Manuale d'amore 3» da lei interpretata, hanno tanto successo al cinema? Alcune esplodono al botteghino, altre no, credo sia un problema di scrittura e di soggetti o, in certi casi, di mancanza di freschezza. Non so se Zalone abbia fatto un capolavoro, ma rappresenta una novità con la sua irriverenza. Occorre evitare le operazioni furbe e puntare su temi nuovi che possano interessare la gente. Da romano, quali cambiamenti vede nella Capitale, una città, persino in centro, spesso sporca e abbandonata?  Roma è cambiata tanto. Mi sono scelto una casa sulla collina per vederla dall'alto e illudermi che sia rimasta la stessa. Bella com'era negli anni '50 e '60, quasi in bianco e nero. Se però poi la ripercorro mi deprimo, guardando la poca vivibilità delle strade, dove non si passeggia più. C'è troppo ingolfamento, con macchine che hanno deturpato in maniera definitiva questa città, che doveva essere pedonale. Non è più tollerabile vedere il lungotevere, che in fondo è un percorso stretto, affollato da pullman, con macchine parcheggiate in seconda o terza fila. I marciapiedi sono sbriciolati; le buche sono incerottate momentaneamente, pronte a riaprirsi in una voragine alle prime piogge; gli alberi sono malati e non vengono potati; le risorse mancano; i cancelli di Villa Sciarra, del Gianicolo o di Villa Pamphili sono arrugginiti. Subiamo i ritardi della fine dei lavori della metropolitana e, allo stato attuale, Roma è in pieno declino come tutta l'Italia. Un declino industriale, culturale e politico, ma i ragazzi devono lottare per riprendersela, sarebbe troppo facile emigrare. L'altro giorno ero a Torino, una città molto trasformata, si vede che le vogliono bene, mentre noi non vogliamo più bene a Roma. Il suo pessimismo è lo stesso anche per la AS Roma? Ancora non si vede la luce, è arrivato l'americano ma la trattativa va per le lunghe e, forse, significa che c'è qualcosa sotto, non è da escludere che possano entrare anche gruppi romani e per la Roma sarebbe un disastro. La situazione è un po' confusa. E non so se sia giusto ripartire per il futuro con Totti: per carità, è il nostro simbolo ma ha 34 anni.

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