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Verne, l'uomo che vedeva il futuro

Verne

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Era nato nell'Ottocento ma è vissuto tutta la vita in un'epoca futura che solo lui immaginava e che, ormai, è divenuta realtà. Ricorre proprio in questi giorni il «compleanno» di Jules Verne, nato a Nantes l'8 febbraio 1828, il padre della fantascienza, uno degli scrittori più amati della storia, uno degli autori più «saccheggiati» dall'industria cinematografica. A più di un secolo dalla morte, scomparve nel 1905, lo scrittore francese resta uno dei punti di riferimento della cultura occidentale, un po' sottovalutato da una critica con la puzza sotto al naso, ha regalato il piacere della lettura a milioni di adolescenti. Il vero grande merito di Verne è quello di riuscire a catturare, ancora oggi, quegli occhi giovani che così apprendono subito il valore di una buona lettura. Verne è un mago della semplicità: i suoi racconti, da quelli fantascientifici a quelli di avventura, hanno la struttura limpida dei grandi classici e rapiscono, più che per gli «effetti speciali», per il cesello fine della psicologia dei personaggi. Un vero mago della letteratura. Ma dall'orbita della letteratura, Verne, è sfuggito per tutto il Novecento, volando verso il «pianeta» degli effetti speciali. Il colpo di fulmine tra Verne e il cinema ci fu prestissimo, quando il grande autore francese era ancora in vita. Il primo film tratto da una delle sue opere è del 1902. Allora il cinema appena vagiva, il film si intitolava «Voyage dans la Lune», del Maestro Georges Méliès (è lui l'«inventore» della cinematografia, altro che i fratelli Lumière), che si ispirò ai due celebri romanzi «Dalla Terra alla Luna» e «Intorno alla Luna». Sarà poi ancora Méliès a firmare, nel 1904, «Viaggio attraverso l'impossibile», sceneggiato dallo stesso Verne. Sì perché Verne, che tutto aveva meno che la puzza sotto al naso, non disdegnò di scrivere un testo per quel «cinematografo» tanto curioso. Méliès realizzerà poi «Ventimila leghe sotto i mari» nel 1907, quando ormai Verne era scomparso. Ma questo è solo l'inizio del matrimonio tra Verne e il cinema. Gli anni Dieci e Venti pullulano di pellicole tratte da suoi romanzi: più di un «Michele Strogoff», «I figli del capitano Grant», «L'isola misteriosa». Sarà poi con l'avvento del sonoro, del colore e delle più raffinate tecniche di proiezione, come il Cinemascope e ancora con gli effetti speciali, che Verne troverà la sua consacrazione. Perché lo scrittore dell'Ottocento nel Novecento è diventato il re dei kolossal. Uno dei più famosi è «20.000 leghe sotto i mari», realizzato dalla Disney nel '54, quando al timone c'era ancora il caro buon vecchio Walt. Quel film è considerato uno dei più impegnativi e grandiosi della storia del cinema. Interpretato da Kirk Douglas e James Mason fu realizzato in Technicolor con un fantascientifico (per i tempi) audio stereo. In un'epoca nella quale si girava ancora in bianco e nero la Disney trasferì sott'acqua una troupe con centinaia di persone. La realizzazione costò anni di lavoro. Non meno famoso è «Il giro del mondo in 80 giorni», del 1956, con David Niven e Shirley MacLaine. Nel 1956 anche un italianissimo «Michele Strogoff», diretto da Carmine Gallone. E tanti, tanti altri film. Nel 2004 un altro kolossal Usa: ancora «Il giro del mondo in 80 giorni» con Steve Coogan, Jackie Chan, Kathy Bates e John Cleese. Di «Viaggio al centro della Terra» ci sono svariate versioni: del '59 (forse la più famosa), del '77 (a cartoni animati), dell'88, del '99 e l'ultimissima (2008) in 3d e con Brendan Fraser. Il futuro ci riserva il remake di «20.000 leghe sotto i mari», sempre più kolossal, sempre realizzato dalla Disney. David Fincher, regista di film-mito come «Fight Club», ha recentemente annunciato che dirigerà la versione in 3d.

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