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Il duce avversò la società segreta Ma approfittò delle sue menti

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SeGramsci, intervenendo alla Camera il 16 maggio del 1925, afferma: "La massoneria in Italia ha rappresentato l'ideologia e l'organizzazione reale della classe borghese capitalistica", Padulo scrive: "La massoneria è il soggetto politico più forte e incisivo nella storia dell'Italia unita fino al fascismo" (I finanziatori del fascismo, in Le carte e la storia, Quaderno n. 1, Siena 2010). Sì perché, checché se ne dica, l'ordine massonico ha un'importanza decisiva anche nella nascita e nell'affermazione del fascismo. Ma il gran consiglio non ha dichiarato nel febbraio 1923 l'incompatibilità fra logge e partito, e Mussolini nel 1925 non ha fortemente voluto una legge contro le associazioni segrete, nel cui novero certamente compare, e non in posizione defilata, la massoneria? Si, è così. Eppure le cose non sono così semplici perché Padulo, documenti alla mano, dimostra come, a partire dal finanziamento del Popolo d'Italia, il giornale di Mussolini, per continuare con l'adunata di San Sepolcro a Milano nel 1919 (l'atto fondativo dei fasci di combattimento), la massoneria sia onnipresente e influentissima. A piazza San Sepolcro, per esempio, i presenti sono un centinaio e di questi più della metà sono influenti massoni. La circolare del 28 ottobre 1922 del gran maestro Domizio Torreggiani al riguardo è difficilmente confutabile: "A dare vita ed alimento a quel moto nel suo inizio furono anche nuclei di fratelli nostri molto autorevoli". Non solo. Anche la prima casa editrice fascista, l'Imperia, è opera massonica. Al fascismo manca una classe dirigente degna di questo nome: bisogna abituare "i nostri giovani fascisti - scrive Dino Grandi sul Popolo d'Italia del 4 ottobre 1922 - a leggere, a studiare, a pensare e a non esaurire come essi molte volte oggi fanno, tutta la loro magnifica ed irrompente vitalità in una spedizione punitiva ed in alalà". Si tratta di svolgere un "intenso lavoro di propaganda e cultura" dando anche vita ad una letteratura popolare adatta ad esser capita dalla gente umile, secondo un imperativo di "elevazione ed educazione" caratteristico "del Fascismo che è un grande partito di classi popolari". Elevare ed educare (alle proprie vedute) è da sempre uno dei principali obiettivi dell'ordine massonico, che con le classi popolari ha poco a che vedere ma che le classi popolari vuole dirigere ed orientare: la nuova casa editrice è finanziata, composta e diretta da massoni che hanno la maggioranza nel consiglio di amministrazione Difficile dissentire dalla valutazione di Padulo che la massoneria "è stata un oggetto estraneo per molti anni alle ricerche storiche", anche se negli ultimi tempi "è stata affrontata da molti - talvolta con eleganza, spesso con leggerezza - in modo comunque da sfocarne la presenza e la forza"; difficile dissentire anche dalla considerazione che "la storiografia ha fin qui sottovalutato l'impatto che la guerra ha avuto sul dopoguerra e sulle condizioni in cui è germinato il fascismo. Ha guardato alla guerra come all'albero buono e al fascismo come al frutto cattivo". Le conclusioni dello storico sono molto nette: "Un filo, il filo della massoneria, lega l'interventismo, le origini del fascismo e il fascismo delle origini". Resta da spiegare come mai, nel 1923 e nel 1925, Mussolini, perlomeno all'apparenza, compia una virata di centoottanta gradi.

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