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Quella purga in prima serata

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Incontrandouna persona che non si vede da un po' di tempo dicendo un innocente «come va?» si rischia di sentirsi rispondere: «Sapessi che ho passato...» seguito dall'interminabile descrizione, minuziosissima, di, per esempio, un intervento per la correzione di un alluce valgo. A quello che si ritiene che dovrebbe essere il termine del supplizio si assisterà, agghiacciati, sfilati scarpa e calzino, anche all'esibizione del risultato raggiunto. Da togliere per sempre la voglia di chiedere «come va?». Una certa categoria di italiani ama sciorinare quei malanni fisici che, benedetta privacy, i medici devono custodire con riserbo nei loro studi. Ecco di questa mania italica un grande della nostra televisione, Michele Mirabella, ha fatto un'arte e una professione. Proseguendo un'antica tradizione della nostra televisione che, all'ora dei pasti, ammannisce particolareggiate descrizioni di mal di pancia e deformità, la domenica sera Mirabella somministra il suo «Elisir». Un talk show volutamente scheletrico e minimalista. L'altra sera si è parlato di «discopatie» e «alluce valgo». Ovviamente Mirabella non ha nulla a che vedere con quelli che si tolgono il pedalino e vi sventolano sotto il naso il piede tagliato e ricucito. Quelli, nel settore, stanno alla scuola elementare e Mirabella ha la docenza universitaria. In caso di «fuoriuscita della parte interna del disco vertebrale», una cosa che solo a dirla sembra di provare la fitta, non ci farà vedere schiene curve e deformi, ma affiderà la spiegazione ad una asettica ricostruzione grafica, che comunque renderà ancora più drammatica la narrazione. Verrebbe da chiedersi: ma chi lo guarda? Parecchia gente. L'altra sera Mirabella ha avuto, per esempio, più pubblico della «Domenica sportiva». «Elisir» ha totalizzato 1 milione 743 mila spettatori ed un interessante 6,43 per cento di share. E questo con un programma estremamente settoriale che, è facile immaginare, costa ben poco alle casse della Rai e certamente è una parte importante del servizio pubblico. Il segreto del successone della trasmissione risiede senza dubbio nella cronica ipocondria degli italiani, che il conduttore ben conosce, ma soprattutto nella sua serafica bravura. Al termine dell'esposizione dei sintomi della malattia da parte dell'esperto di turno Mirabella con aria lieve domanda: «Caro professore... e come la curiamo?» Insomma il lietofine non manca mai. Anche se si parla di gravi malattie. A. A.

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