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Don Pacino

Al Pacino è Don Chisciotte

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Don Chisciotte è, senza dubbio, una delle opere letterarie più rappresentate nella storia del cinema. Misurarsi con l'eroe di Miguel de Cervantes, per registi e attori, è il massimo gradino dell'arte e anche una sfida alla sfortuna, visto che molti che hanno tentato sono stati travolti da una sorta di... maledizione. Ora dietro i baffoni e il pizzetto del cavaliere che se la prende con i mulini a vento c'è il viso di Al Pacino. L'attore è stato sorpreso a Hollywood da un «paparazzo» durante le riprese del film «Jack and Jill», prodotto ed interpretato da Adam Sandler e diretto da Dennis Dugan. Nel cast del film, che dovrebbe arrivare nelle sale entro quest'anno, anche Katie Holmes e David Spade. Non si tratta della trasposizione del capolavoro di de Cervantes ma più semplicemente di una commedia nella quale appare un attore, appunto Pacino, nei panni del cavaliere. Segno che il grande Al non crede alla sfortuna. Che, ad esempio, travolse il regista Terry Gilliam quando, nel 2000, decise di girare «The Man Who Killed Don Quixote», basato sul Don Chisciotte di Miguel de Cervantes. Non l'avesse mai fatto. Ogni genere di sciagura si abbattè sulla troupe e il cast, davvero stellare, con Jean Rochefort nei panni di Don Chisciotte e Sancho Panza interpretato da Johnny Depp. Ci furono mille intoppi, quando finalmente la troupe arrivò in Spagna il set con le attrezzature fu spazzato via da un tremendo nubifragio. Poi Jean Rochefort si ammalò e, alla fine, Gilliam dovette rinunciare al progetto, con Depp affranto perché ci teneva moltissimo. Sull'enorme disavventura fu realizzato un documentario: «Lost in La Mancha». Gilliam ritentò ancora l'impresa, che però non gli riuscì mai. Fu ossessionato da Don Chisciotte anche uno dei più grandi registi della storia del cinema: Orson Welles. Per quasi vent'anni, tra la fine dei '50 e i '70 girò e rigirò moltissime scene. Ma non portò mai a compimento il film. Una volta, con in programma ancora molte riprese da effettuare rivelò: «Potrei montare tre film con il materiale già girato...». Ma il Don Chisciotte di Welles non raggiunse mai le sale. Ossessionato dal suo lavoro il protagonista del «Terzo uomo» divise il film in tante piccole bobine, «perché se qualcuno le trovasse non deve capirne la sequenza che solo io conosco e che è regolata da un codice del quale io solo sono a conoscenza». Un grande mistero della storia del cinema. A de Cervantes sono state regalate venti e più trasposizioni del suo capolavoro. La prima agli albori del cinema, nel 1903. Seguita poi da molte altre pellicole, tra le quali anche una girata in Italia (sempre all'avanguardia nel cinema) nel 1911. Tra le più recenti la bella versione televisiva firmata da Peter Yates con John Lithgow e Bob Hoskins.

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