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L'opera si fa in 3d

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Dall'ora del tè non si scappa. Potete togliere tutto agli inglesi ma non la spunterete mai sulla fierezza delle loro tradizioni. Molto «british» l'idea di dedicarsi al meglio del melodramma italo-francese con un derby tutto londinese tra English National Opera e Royal Opera House. Ma quando meno te l'aspetti, sono proprio gli inglesi a sorprendere di più. Si siedono in platea e inforcano sul naso gli occhiali 3d. Sarà pure poco chic ma fa tanto hi-tech. L'un contro l'altro armati si affrontano due mostri sacri della musica che conta: due istituzioni che non hanno bisogno di presentazioni. Basti pensare che l'edificio dove ha sede la Royal Opera House fu costruito nel 1732 e già dal 1809 ospita spettacoli lirici. Oggi, però, si superano barriere e convenzioni e si esplorano le magnifiche sorti e progressive dell'alta tecnologia. I cultori del melodramma si lanciano il guanto di sfida e, tra febbraio e marzo, porteranno la lirica oltre lo schermo. Nel vero senso della parola. Le due opere scelte per lo storico avvenimento sono la «Lucrezia Borgia» di Donizetti tratta da Victor Hugo e l'accattivante «Carmen» di Bizet. Un derby nel derby. Due eroine scabrose, due simboli di emancipazione spesso vittime di preventive censure. Saranno loro a sfidare la tradizione. La English National Opera ha scelto la partitura di Gaetano Donizetti e il 23 febbraio la diretta verrà trasmessa in 3d su Sky. All'ora del tè, nelle case di Sua Maestà si inforcheranno gli occhiali e, seduti in poltrona, gli appassionati sembreranno un po' meno melomani e un po' più seguaci di Star Trek. Stessa scena e medesimo trattamento in molte sale cinematografiche del Regno Unito, dove finalmente l'opera lirica avrà anche un pubblico giovane. Curiosità nella curiosità, la «Lucrezia Borgia» della English National sarà diretta da Mike Figgis, regista di hollywoodiana memoria che ha già firmato film di successo come «Via da Las Vegas» che valse un Oscar a Nicolas Cage. L'ambizioso progetto riflette la volontà del teatro di «toccare un pubblico più ampio grazie a tecnologie innovative», come ammette in modo lapalissiano John Berry, il direttore artistico. Pochi giorni dopo la sfida in 3d verrà raccolta sull'altra sponda del Tamigi. Dalla Royal Opera House che fa tanto rima con Covent Garden. Su quel palcoscenico è stata girata la «Carmen in 3d», film che verrà proiettato in anteprima il 6 febbraio all'International Film Festival di Santa Barbara, in California. Per vederlo nei cinema britannici bisognerà aspettare il 5 marzo. Anche in questo caso c'è lo zampino d'Italia, visto che la regia della pellicola è della nostra Francesca Zambello. Se l'Inghilterra fa da battistrada, l'Italia non sta a guardare e, anche nel Bel Paese, la lirica è uscita dai ristretti confini dei teatri d'opera. A novembre La Scala ha debuttato con «La Valchiria» di Richard Wagner e lo spettacolo è stato trasmesso in diretta su Rai5 e nelle sale cinematografiche di mezza Europa. Speriamo solo di non dover aspettare anni prima di vedere La Scala e l'Opera di Roma accendere le telecamere 3d. D'ora in poi niente scuse. Gli occhialetti sono a portata di mano.

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