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Secchiate di sangue in prima serata

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maa guardare la televisione, in prima serata, qualche volta, si rischia l'agitazione. Specialmente se ci sono dei bambini. Prendiamo un giorno a caso: martedì scorso. Alle nove e qualche spicciolo Italia 1 ha schierato «John Rambo», film d'azione di un paio d'anni fa con Sylvester Stallone che, per la quarta volta, ha vestito i panni (pochi e malridotti) del legionario dei giorni nostri. Il film si distingue dagli altri tre (il primo è targato 1982) per una violenza esplicita e sanguinolenta. Senza volere parlare della validità della trama e della bravura di Stallone che, comunque, al quarto Rambo risulta decotto, va sottolineato che la pellicola è un ininterrotto scontro con ogni genere di armi: coltellacci e machete, poi pistole e fucili mitragliatori con intermezzi di lanciafiamme e granate. Arti amputati, pance sventrate, spruzzi di sangue che annaffiano lo spettatore ingombrano la pellicola interrotti, qua e là, da dialoghi puramente decorativi. Tutto fino al «gran finale» nel quale Stallone-Rambo si impossessa di una specie di cannone antiaereo con il quale, tra secchiate di sangue, polverizza quasi tutti i suoi nemici. Quasi perché il più cattivo di tutti Rambo lo ucciderà non con l'artiglieria (troppa grazia e poca soddisfazione), ma all'arma bianca, con un grosso coltello che sarà ben girato e rigirato nella ferita. Tutto questo alle nove e mezzo di sera. Ma siamo impazziti? E che succede nella psiche dei più impressionabili? Una volta si diceva: «Bambini a letto dopo Carosello». Bei tempi. Adesso Carosello (che, per chi non l'ha visto, era una raccolta di spot su Raiuno alle 20,30), non c'è più. I piccoli stanno in piedi, qualche volta, fin oltre le dieci. Non è possibile fare tutti i giorni Pinocchio, ma se «Biancaneve», in una sera, supera i sette milioni di ascoltatori le tv, commerciali e non, qualcosa dovrebbero capire. E non è che il caso di «John Rambo» sia isolato. Pochi minuti dopo, sulla stessa rete, c'era «Hitman», un film, se possibile, ancora più violento. Ieri in prima serata su Rete 4 era in programma «Quel treno per Yuma». Bel film, ma le scene di sangue si sprecano. Le tv private risultano decisamente più disinvolte, ma anche Mamma Rai qualche colpa ce l'ha. Forse bisognerebbe reinventare Carosello.

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