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Letta: «Sede più bella dell'Eliseo di Sarkozy» E il Cav applaude

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Maitanto embrassons nous tra italiani e francesi come ieri a Palazzo Farnese. Attacca la mattina Gianni Letta, che subito confessa d'essere ancora colto da una sorta di sindrome di Stendhal quando varca - eppure l'ha fatto tante volte - il portone del palazzo michelangiolesco. Poi fa all'ambasciatore Jean Marc de La Sablière il migliore dei complimenti: «I francesi, che hanno in affidamento questo luogo fino al 2035, lo curano meglio di quanto farebbe l'Italia». Arriva fino a mettere un po' di zizzania, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, tra il diplomatico e monsieur le president Sarkozy: «De La Sablière lavora nel posto più bello che si possa immaginare. Meglio dell'Eliseo. Avrebbero ragione ad essere invidiosi i presidenti francesi. Anzi, pare da qui tanto potente che è riuscito a convincere Napolitano a prestargli per l'esposizione gli arazzi Farnese del Quirinale». Complimenti dunque al diplomatico. Anche perché - la zampata dell'eminenza grigia di Palazzo Chigi - per ottenere le opere «ha dovuto vedersela con le lungaggini della nostra burocrazia». Mica con i commissari straordinari, insomma, ma con i sovrintendenti bloccati da norme e normette. Letta è tornato di sera nel luogo fatale dove il lubrico Scarpia fu accoppato dalla fiera Tosca. Accompagnava Berlusconi (c'erano pure Bondi, Giro, la Polverini), accolto dal ministro della Cultura francese, Fréderic Mitterrand. «Enchantèe» pareva dire il premier. Impettito e col sorriso largo di chi ha incassato la fiducia. Anche in territorio francese. Li. Lom.

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