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La bella Capotondi disabile poetessa per Filippo Nigro

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Staa indicare una giovane disabile, Katia, che, costretta su una sedia a rotelle, è padrona dei suoi movimenti solo "dalla vita in su". Questa Katia ha un'amica, Rosalba, innamorata di un detenuto, Danilo cui vorrebbe scrivere una lettera al giorno senza esserne capace, così Katia, come Cirano di Bergerac, gliele scrive lei non solo finendo per innamorarsi di Danilo ma riuscendo ad essere a tal segno ricambiata che presto arriveranno a sposarsi con una cerimonia celebrata dal cappellano del carcere. Danilo, in quella sua nuova condizione e avendo sempre dato prova di buona condotta, non tarderà ad usufruire di licenze matrimoniali in semilibertà e a un certo momento penserà di approfittarne per fuggire, poi però tornerà sui suoi passi. La prigione gli ha insegnato molte cose, anche a capir meglio Katia e la loro unione… Sì è scritta questa storia e poi l'ha diretta Gianfrancesco Lazotti di cui si ricorderà almeno "Tutti gli anni, una volta l'anno" del '93. Questa volta sembra che si sia rivolto ad una storia vera e ha cercato di svolgerla con una certa verosimiglianza ed anche con una certa logica. Non riuscendoci però fino in fondo. Intanto si è compiaciuto di alternare spesso il presente a un passato abbastanza vicino ("un anno prima", "sette mesi prima") e questo non ha aiutato a seguire agevolmente il procedere della storia, poi, anziché tenere al centro del racconto i due protagonisti, vi ha affastellato attorno, nel carcere e fuori, vari personaggi non solo di secondo piano ma psicologicamente appena sbozzati, tentando, alcuni, di tenerli in equilibrio fra il sospiro e il sorriso, scivolando, in qualche passaggio, nel macchiettismo. I due personaggi principali, comunque, e il loro evolversi hanno spesso segni convincenti e se, alla fine, il curioso pentimento di lui ha motivazioni un po' retoriche, la vitalità decisa e ferma del personaggio di lei non fatica troppo ad imporsi, tanto più forte quanto si esprime attraverso una disabilità fragile. Le conferisce i toni giusti la recitazione di Cristiana Capotondi, con accenti spesso anche battaglieri.

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