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Nello spazio senza ritorno

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diANTONIO ANGELI Fino a ieri era solo fantascienza. Anzi, parlarne nell'austero ambiente degli ingegneri della Nasa equivaleva a farsi ridere dietro. Oggi il progetto di colonizzazione di altri pianeti, da parte della più antica e blasonata agenzia spaziale del mondo, è una realtà. Una realtà giovane, ma che promette di crescere in fretta. In molti ambienti scientifici è ormai opinione diffusa che non solo la Terra sia troppo piccola per il genere umano, ma che anche il Sistema Solare debba essere superato. I pianeti nelle nostre vicinanze saranno raggiunti, studiati e colonizzati. I progetti per una e più Base-Luna sono già ad uno stato avanzato. Poi, nei prossimi anni, ci sarà l'obiettivo Marte. Ma gli scienziati non si accontentano. L'idea è di arrivare a zone dell'universo molto più lontane. Pianeti per raggiungere i quali serviranno molti anni di viaggio, visto che si deve rimanere nella scienza e non traboccare nella fantascienza. E la velocità della luce resta un «muro» invalicabile. Per questo la Nasa ha ufficialmente inaugurato il progetto «Hundred Year Starship», che ha l'ambizione di inviare astronauti per viaggi senza ritorno verso pianeti di nuova scoperta in tutta la galassia. Viaggi che potrebbero, in alcuni casi dovranno per forza, essere conclusi dai discendenti degli astronauti partiti dalla terra. Letteratura e film di fantascienza hanno affrontato in tutti i modi il tema, descrivendo immense astronavi in grado di contenere centinaia e più di persone. Dei «villaggi» viaggianti, dove si nasce, si coltivano piante ed animali, si cresce e ci si moltiplica. Un esempio per tutti: i film e telefilm di Star Trek, nei quali l'astronave Enterprise è un microcosmo con a bordo una società autonoma e autosufficiente. «Il programma spaziale umano adesso è davvero mirato a colonizzare altri mondi», ha dichiarato Pete Worden, direttore del laboratorio di ricerche «Ames» della Nasa, durante un incontro scientifico a San Francisco. «Venti anni fa - ha aggiunto - dovevi bisbigliarlo al buio nei bar, altrimenti eri licenziato». Il laboratorio Ames è responsabile di Pioneer 10, la sonda spaziale lanciata nel '72 che nel '73 ha inviato le prime immagini ravvicinate di Giove. Nell'83 il Pioneer ha superato l'orbita di Nettuno ed attualmente sta viaggiando verso Aldebaran, dove arriverà tra due milioni di anni. Sembra fantascienza ma non lo è. L'idea di raggiungere altri pianeti e colonizzarli ha iniziato ad interessare anche agli organi militari americani. La Darpa, l'agenzia scientifica del Pentagono, che dispone dei fortissimi finanziamenti della Difesa Usa, ha dichiarato che il progetto Hundred Year Starship è una realtà. E se lo dicono loro...

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