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di MAURIZIO PICCIRILLI Un libro per capire.

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L'ignoranzainfatti è all'origine di incomprensioni e conflitti. Quello che in parte stiamo vivendo in questo inizio di ventunesimo secolo. Da un lato il megafono jihadista interpreta il Sacro libro dell'Islam secondo i propri fini ideologici. Dall'altro il mondo occidentale legato a vecchi stereotipi non riesce a confrontarsi. L'edizione curata da Mondadori ha il pregio della semplicità rispettando anche in questo l'origine del Corano rispettoso del volere del Profeta Maometto di evocare la parola di Dio con «semplicità sublime». La traduzione curata da Ida Zilio Grandi rispetta tutto questo e invita alla lettura del libro sacro più misterioso per noi occidentali. La Rivelazione si manifesta nel suo archetipo. Così Maometto parla del Dio Unico: un racconto in prima persona e non una verità raccontata da altri seguendo le tradizioni così come avvenne per la Torà o i Vangeli. Addentrandoci nella lettura, (Corano significa proprio lettura) le 114 sure appaiono chiare e soprattutto cancellano quel velo di oscurità e di violenza che ci propone la propaganda qaedista ed estremista. In soccorso anche gli ottimi commenti, ampli e sostanziali, curati da Yahia Mohyddin, Alberto Ventura, Mohammed Ali Amir Moezzi e dalla stessa Ida Zilio Grandi. Studiosi di scuola francese di quel Centro islamico parigino che rappresenta uno dei più attenti e rispettosi della identità originaria del Corano. Rivelato a Maometto dall'Arcangelo Gabriele, il Corano non è, come si è portati a credere, una summa di precetti giuridici e imposizioni. Tutt'altro. Certo la sura 5, La Mensa, rivelata alla fine della vita di Maometto, raccoglie le indicazioni dei comportamenti di vita, ma l'insieme del Libro rivela passaggi di profonda teologia. Brani di non facile interpretazione con una sonorità letteraria di gran pregio. Leggere il libro sacro permette di capire quanto la donna sia importante nell'Islam e quanto Maometto abbia tenuto a sottolinearlo. La Sura 4 e la sura 45, sul divorzio, ne sono un esempio. Nel Corano c'è Dio: purissimo spirito, Il «Clemente e il Misericordioso». Non un Dio di guerra come qualcuno vorrebbe far credere. Un Libro teologico che parla e accetta i profeti ebraici. Innalza Maria, la madre di Gesù il piccolo profeta, alla divinità. Ruh appunto, lo Spirito della santità, come viene definito il Gesù cristiano. Un'edizione del Corano che trova il favoro della comunità islamica: quella più illuminata e ortodossa. «Guardiamo con favore all'iniziativa di Mondadori, che contribuisce alla conoscenza della religione islamica nel nostro Paese - è il commento del Coreis, Comunità Religiosa Islamica, attiva soprattutto nel dialogo interreligioso, in particolare con la comunità ebraica e la Chiesa cattolica -. Una nuova traduzione commentata del Sacro Corano giunge particolarmente opportuna in un panorama editoriale ancora relativamente povero nell'offrire al lettore italiano possibilità di accesso alla Rivelazione islamica. Sulla base della stima che abbiamo per un'amica come la professoressa Ida Zilio Grandi e considerando la riconosciuta preparazione del professor Ventura siamo anche certi che si tratti di un lavoro attento a preservare la purezza del messaggio divino da strumentalizzazioni ideologiche e immaginazioni moderne superficiali». In questa direzione anche alcune iniziative del Coreis che recentamente, a cura del vice Presidente Yahya Pallavicini, ha pubblicato con Morcelliana La Sura di Maria. Una traduzione e un commento del capitolo XIX del Corano.

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