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Minghi: si vince con la testa e il cuore

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diGIGI MARZULLO La vita è sempre più bella di una buona canzone? Sicuramente sì, una canzone a volte è la rappresentazione di qualcosa che è inimitabile. La sua vita finora come la definirebbe? Un viaggio avventuroso nella giungla. Amedeo e Roma? Con Roma c'è un rapporto di amore e odio, la amo troppo per vederla soffrire e mi fa rabbia vedere la città più bella del mondo a volte maltrattata mi sono innamorato e soffro e mi arrabbio nel vederla offesa. Quando mi sono esibito nella mia città c'è stata sempre una grande partecipazione e la notte sono appagato dalla sua bellezza. Quanti Festival di Sanremo come artista e come autore? Mi sembra otto volte come artista in gara e dodici volte come autore per altri artisti. La canzone 1950 ha una storia particolare quale? Racconta, di come rinasce un Italia che prende coscienza di se stessa, i due protagonisti sono simbolici di un rinascimento post fascista. Il quartiere Trionfale di Roma, il suo quartiere... Ci sono nato e ci sono molto legato, è un quartiere vicino a San Pietro pieno di cinema e varietà come si diceva al tempo e proprio al cimena Giulio Cesare, mi sono poi esibito un giorno così come sognavo da piccolo quando ci andavo a vedere i film. La sua infanzia? Un'infanzia un po' difficile, in un quartire che non dava spazio alla comprensione di una sensibilità artistica come la mia. E la sua famiglia? Mio padre troppo chiuso, mia madre più disponibile e comprensiva. E la sua adolescenza? Un po' travagliata tra scelte artistiche non comprese e quindi contrastate. I suoi ricordi? Ho cambiato tante comitive, allora si chiamavano così i gruppi di amici molto diversi tra loro. È stato divertente e poi da grande ho capito che è stato anche molto utile. La prima volta che ha cantato? In una cantina del mio quartiere, all'epoca si usava così si formava un gruppo musicale e si provava nelle cantine. Nelle sue canzoni c'è sempre qualcosa di autobiografico? Sì, impossibile per un autore scivere qualcosa che non gli appartiene. La mia volta su di un palcoscennico teatrale? Nell'89 al Piccolo Eliseo. Prima volta in televisione? Scala Reale nel 1966 alla Rai. La prima volta come autore per altri artisti? Scrissi una canzone per Marisa Sannia in coppia con Francesco De Gregori «Il mondo, il mio giardino». A chi deve dire grazie? A Dio e alla mia famiglia. Chi è stato il suo maestro? Neil Diamond e poi senz'altro il maestro Cipriani che mi portò alla casa discografica Ricordi. Che cosa è il successo? È talmente effimero che non credo esista. È tifoso della Roma? Più che tifoso. Sono cavaliere della Roma, nominato da Sensi con tanto di cerimonia in Campidoglio nel 2004. Ha conosciuto la gavetta? Sì duramente. L'ho fatta e la rifarei e la sto facendo. Il suo incontro con Papa Giovanni Paolo? Una magnifica ed imprevista sorpresa. Ero lì solo per cantare una canzone invece lui entrò a far parte della mia vita. Un ricordo significativo? La morte di mio padre. Un valore a cui non rinunciare? L'onore. Si vince con la testa o con il cuore? È un gioco di squadra.

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