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Baudo: torno con «900» a contratto dimezzato

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Constatareche nessun consigliere del CdA si sia interessato a me, dopo la scadenza del mio contratto prima dell'estate scorsa, mi ha profondamente ferito». L'amaro sfogo è di Pippo Baudo. Che racconta come, alla fine, Lorenza Lei sia stata l'unico dirigente a chiamarlo per reinserire la sua presenza nei palinsesti Rai. Risultato: Baudo è riuscito a firmare un nuovo contratto biennale che lo impegna su tutte e tre le reti dell'azienda. E adesso riparte subito su Raitre, rete alla quale ha chiesto asilo e che gli ha aperto le sue porte. Dal prossimo lunedì, infatti, il conduttore sarà di nuovo alla guida di Novecento, programma che fu un grande successo dieci anni fa, sulla stessa rete diretta da Paolo Ruffini. Sette le nuove puntate, con possibilità di un'altra serie a primavera. «Il mio cachet è del 75% inferiore a quello percepito dai miei grandi colleghi - dice Baudo - ma non faccio questione di soldi, anzi sono contentissimo. Voglio restare in Rai, azienda alla quale devo molto. Ma confesso di aver sofferto molto per essermi trovato in una situazione kafkiana di abbandono dovuta forse anche a qualche mia intemperanza, ma non ho mai offeso nessuno, ho solo il difetto di dire quel che penso. Avevo anche pensato di farla finita con la tv, magari di dedicarmi al teatro, ma dopo 51 anni di onorata carriera, sono certo di avere ancora qualcosa da dire». Poi svela che un suo progetto rivoluzionario su Raiuno, dal titolo «Mister giallo», in cui si coniugava la fiction all'intrattenimento in maniera singolare, gli è stato bocciato. Ma non ne fa un dramma. In compenso, infatti, Baudo sarà il conduttore, assieme a Bruno Vespa, di sei prime serate su Raiuno dedicate al 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia. L'appuntamento è fissato alla metà del prossimo gennaio 2011. Sarà un progetto importante ancora in fase di realizzazione che coniugherà la storia all'intrattenimento. Sul festival di Sanremo dice: «Sapevo di non essere tra i candidati, adesso il festival non mi appartiene. Ma se dovessero chiamarmi, come il compianto Mike Bongiorno a tarda età, non dirò di no». Ed a proposito di Bongiorno, Baudo conclude: «Ho rischiato di fare con la Rai la stessa fine che fece lui con Mediaset: restare senza un programma».

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