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Nuovo Barberini

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Palazzo Barberini

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Dopo sessant'anni di polemiche e di indecisioni, una delle più deplorevoli vergogne della cultura italiana è stata cancellata. Oggi, finalmente, il Ministro per i Beni culturali Sandro Bondi presenterà ufficialmente il restauro di Palazzo Barberini e il nuovo atteso allestimento della Galleria Nazionale d'arte Antica di Roma. E la sera di domenica 19, dalle 19 alle 24, tutti i romani potranno godersi la «Notte a Palazzo Barberini», con visite guidate gratuite, giochi di luce e musica che coinvolgeranno anche la Galleria Corsini alla Lungara, l'Orto Botanico e la Villa Farnesina Chigi. Forse sarebbe bene dedicare questo attesissimo recupero a Federico Zeri che fu il primo a vedere in Palazzo Barberini la sede ideale per la Galleria Nazionale d'Arte Antica e che poi, per cinquant'anni, si batté come un leone per far sloggiare il Circolo Ufficiali dell'Esercito che ne occupava una buona parte. Fu proprio Zeri, nel 1949, a informare il Soprintendente di Roma Achille Bertini Calosso che il principe Enrico Barberini stava per vendere la «reggia» di famiglia ad alcuni speculatori. Ma l'energico Soprintendente fece rapidamente acquistare il magnifico Palazzo dallo Stato italiano per destinarlo a sede della Galleria Nazionale. Purtroppo, però, quasi la metà dell'edificio era affittata al Circolo Ufficiali e da lì a poco un piano fu concesso anche all'Ente Premi Roma senza neppure chiedere il parere della Soprintendenza. E così i capolavori rinascimentali della Galleria Nazionale rimasero sacrificati per decenni in poche sale, mentre furoreggiavano le cene e le feste del Circolo Ufficiali. Zeri ne fece giustamente una questione di orgoglio nazionale mettendo sotto accusa più volte «l'indifferenza e l'ignoranza della nostra classe politica». Niente da fare. Il grande storico dell'arte morì nel 1998 e tutto era rimasto come cinquant'anni prima. Poi si sono mosse le acque, i ministeri competenti hanno firmato una convenzione e nel dicembre 2006 il Circolo Ufficiali ha miracolosamente lasciato per sempre Palazzo Barberini. Il Ministero per i Beni culturali non ha perso tempo dando subito inizio al progetto di recupero architettonico del palazzo, di ripristino dei suoi ambienti più monumentali, di ampliamento delle sale con le raccolte e di pregevole ammodernamento dei servizi d'accoglienza. Il risultato? Splendido per qualità e fastoso come uno spettacolo barocco. Finalmente le 9 sale al piano terreno dell'ex Circolo Ufficiali ora ospitano straordinari capolavori. E sono state recuperate anche altre cinque sale al piano nobile. Dai 650 metri quadrati di un tempo si è quindi arrivati ai 2100 attuali, dalle 120 opere esposte prima alle 300 di oggi. E straordinario è pure il ripristino della magnifica scenografia del portico beniniano al pian terreno. Inoltre il cuore del Palazzo, l'immenso salone con la volta affrescata da Pietro da Cortona con il «Trionfo della Divina Provvidenza», ora incanta anche per i sontuosi damaschi che ne rivestono le pareti, recuperati seguendo alla lettera gli antichi inventari di Casa Barberini. Federico Zeri non avrebbe creduto ai suoi occhi.

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