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Si scopron le tombe

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Applausiper il terzo film italiano in concorso a Venezia, anche se contenuti, considerando che non tutti hanno retto la proiezione della pellicola più lunga della Mostra: ben 3 ore e 24 minuti per «Noi credevamo» di Mario Martone, realizzato con il sostegno del Comitato Italia 150, per raccontare il Risorgimento senza retorica e con una prospettiva inedita. Il film, da novembre nelle sale distribuito da 01, è interpretato - tra gli altri - da Luca Zingaretti, Luca Barbareschi, Francesca Inaudi, Luigi Lo Cascio e Michele Riondino che ieri sera ha ricevuto il Premio Biraghi nel club Nastro Azzurro. «È un film storico - dice il regista - fatto sulla base di lettere e documenti storici, anche se strizza l'occhio all'attualità. La figura di Mazzini in questa storia nata sull'onda dell'emozione dell'attentato dell'11 settembre, può ricordare il terrorismo. Mazzini é però più vicino all'integralismo religioso, era un uomo profondamente mistico che allevava in qualche modo dei martiri». Per Barbareschi, che nel film interpreta l'ambiguo Antonio Gallenga, «Mazzini faceva i suoi proclami da Londra, al sicuro, ma il sangue lo davano poi gli altri». Il deputato Fli approfitta poi per attaccare Umberto Bossi: «Solo uno psicopatico può credere che esista la Padania, che è semplicemente un'invenzione elettorale e i leghisti non dovrebbero cantare "Va pensiero", visto che era un inno degli schiavi, ma forse potrebbero passare il tempo a leggere qualche libro. Questo film dovrebbe essere visto dai ragazzi perché un Paese senza memoria non va avanti e conoscere il passato è l'unico modo per non ripetere certi errori. La nostra democrazia è ancora giovane e rischia derive populiste, deve crescere ancora nel rispetto delle istituzioni». Su questa continuità di un'Italia ancora non risolta e divisa fin dal Risorgimento tra spinte repubblicane e autoritarie (soprattutto monarchiche), Martone non cancella elementi di modernità, come si vede in una scena di «Noi credevamo», dove appare una costruzione in cemento armato su una spiaggia del cilento. Inevitabile per Martone ricordare poi l'episodio dell'uccisione del sindaco di Pollina (dove sono state girate molte scene della pellicola) Angelo Vassallo: «Ci conoscevamo da sempre, era molto amico dei miei genitori ed ha anche lavorato nella preparazione di questo film. E poi è veramente triste vedere il Cilento, una terra finora intatta, bagnata dal sangue». L'attesa è ora tutta rivolta all'ultimo dei film italiani in concorso, «La solitudine dei numeri primi» di Saverio Costanzo e per l'occasione domani pomeriggio Piersilvio Berlusconi, vicepresidente Mediaset, sarà al Lido per assistere alla proiezione. Oltre al poco applaudito «Promises written in water» di Vincent Gallo (in concorso), sono ieri sbarcati in laguna gli Avion Travel per festeggiare «Into Paradiso» di Paola Randi (sezione Controcampo) con l'attore-musicista Peppe Servillo e Fausto Mesolella, autore delle musiche. In fondo, Napoli «é una ferita aperta in tutte le occasioni ed è da una vita che si racconta e si rappresenta in maniera intelligente» ha sottolineato il leader degli Avion Travel che ha partecipato anche al film fuori concorso «Passione» di John Turturro. Sorprendente e viscerale è invece il pagliaccio allegro, con tanto di machete alla guerra civile spagnola, un pagliaccio triste negli ultimi giorni del regime franchista, che si perde in un triangolo amoroso fino a raggiungere vette di pura follia. Questa la trama di «Balada Triste de Trompeta» del regista spagnolo Alex de la Iglesia, in concorso a Venezia 67, che realizza ancora una volta un noir surreale e horror per mettere in scena una storia «d'amore forte e selvaggio, mix di orrore e amore». Dal Lido parla anche il presidente dei Produttori Anica, Riccardo Tozzi, durante il seminario «Cinema e finanza», per esortare alla necessità di varare al più presto, da parte del Governo, il provvedimento di rinnovo della normativa di incentivo fiscale promessa dal Ministro Sandro Bondi agli inizi di luglio. Tale stimolo a fare presto è stato ripreso anche dal Presidente dell'Anica, Paolo Ferrari. Immediata la risposta del Direttore Generale per il Cinema, Nicola Borrelli, il quale ha assicurato che alla riapertura dei lavori parlamentari sarà subito approvato il Decreto Legge. Durante l'incontro si è anche parlato della proposta di creare un fondo misto pubblico-privato che garantisca l'investimento per il cinema.

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