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Critiche feroci arrivano al direttore della Mostra Marco Müller da Antonio Capuano.

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Eper l'occasione Capuano si è tolto pure qualche sassolino dalla scarpa, esternando la delusione per il fatto che il suo film «L'amore buio» (da oggi nelle sale distribuito da Fandango) è stato scelto per una sezione collaterale. Una vetrina, quella degli Autori, arrivata dopo l'esclusione dal concorso ufficiale. «Devo pensare che Müller e i suoi selezionatori siano gente priva di sensibilità o che non capisce nu ca.... - ha esordito Capuano in dialetto napoletano - Credo di aver fatto un bel film, quando mi è stato detto che non era in concorso ci sono rimasto male. Mi viene da pensare che è vero quello che si dice, che in concorso a Venezia ci si arriva solo con l'accompagnamento giusto. Un festival dovrebbe servire a proteggere storie che rischiano, che difficilmente con la situazione che c'è riescono ad arrivare agli spettatori». Il film racconta lo stupro di gruppo su una 17 enne napoletana, Irene (Irene De Angelis), dalla prospettiva della vittima, una ragazza borghese e di uno dei violentatori, Ciro (Gabriele Agrio), 16 anni, che non sopportando il senso di colpa si va a costituire a denuncia i complici. Il ragazzo, una volta in riformatorio a Nisida (il regista ha girato nei luoghi reali anche se non ha potuto far recitare per la tutela della privacy i giovani detenuti), cerca un contatto con Irene, mandandole delle lettere. Lei, impegnata a dover ricostruire il rapporto con se stessa e con gli altri, a partire dai suoi genitori (Luisa Ranieri e Corso Salani, qui alla sua ultima interpretazione), dopo un iniziale rifiuto, inizia a leggerle. «La storia è ispirata a un fatto vero, che mi ha raccontato un uomo sul set di un mio film precedente, "Pianese Nunzio" - ha spiegato il regista - Lui nella realtà ha sposato la sua vittima. Inizialmente i genitori di lei gli hanno fatto la guerra. Ora sono una grande famiglia in armonia, e lui lavora nell'industria del padre della moglie». Capuano ha scelto un finale diverso: «Ho voluto lasciare la storia aperta», ha raccontato Capuano, che ha trovato i due giovani e bravissimi protagonisti in due scuole superiori di Napoli. Nel cast anche Valeria Golino, che per la parte della psicologa che incontra Ciro non ha esitato ad imbruttirsi, come la storia richiedeva, e Fabrizio Gifuni. Capuano ha poi ricordato Corso Salani, scomparso lo scorso giugno: «Mi viene in mente una sua scena con Irene, dove lei lo chiamava papà. Lui alla fine mi ha detto, che pur non avendo figli, si era veramente commosso». Din. Dis.

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