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"Avatar" e i cinepanettoni vietati ai minori di dieci anni

Avatar

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Sacrifici umani per placare gli dei. Succede nel regno dei Maya, lo racconta in «Apocalypto» Mel Gibson, uno che fa delle tinte forti la sua cifra di regista. Beh, questa pellicola nel 2006 è andata nelle sale senza essere vietata nemmeno ai minori di 14 anni. Così potrebbe capitare di vederla anche in tv, in prima serata. A queste «sviste» della commissione cinema pone un freno il nuovo step di divieto ai minori di 10 anni introdotto nel disegno di legge firmato dal ministro Bondi e approvato da Palazzo Chigi. «L'Italia si adegua così a quanto succede negli altri Paesi, in Europa e oltreoceano, dove esistono anche altra fasce tutelate, come quella dei 12 anni», commenta Elisabetta Scala, responsabile comunicazione del Moige (Movimento Genitori) che alcuni mesi fa ha stilato una lista di pellicole inadatte ai bambini e invece proiettate senza alcuna limitazione. La Scala cita «Apocalypto» come caso limite. Ma molti altri film «innocenti» possono spaventare i bambini. Gli ultimi Harry Potter, per esempio: quelli in cui il protagonista è cresciuto, e dunque è necessario che siano più terrificanti le insidie alle quali deve sfuggire. «Certi titoli ingannano i genitori - spiega ancora - Lo scorso Natale "A Christmas Carol" nascondeva dietro al titolo zuccheroso storie di spettri che viaggiavano nel tempo. Impaurendo bambini di cinque o sei anni». Anche i cinepanettoni non hanno divieti, eppure sono infarciti di parolacce, volgarità, nudi. Le pellicole in 3D, poi, pongono un ulteriore problema: i personaggi, le situazioni sono così realistici da turbare i più piccoli. Insomma, una cosa è vedere «Avatar» in modo tradizionale, un'altra in tridimensionale. Avverte la psicologa dell'età evolutiva Anna Oliverio Ferraris: «Giusta la nuova norma. Ma il divieto deve essere esteso dai genitori anche a casa. E non solo per i film, ma anche per certi videogiochi violenti». Importante anche la composizione delle commissioni cinema, dove deve contare di più la componente a tutela dei minori. Il ddl ridisegna il lavoro delle commissioni anche per quanto riguarda i contributi pubblici ai film: andranno solo a opere prime e seconde, contometraggi e documentari. Adesso comincia l'iter per la trasformazione in legge.

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