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Cerami da Petrarca agli anni di piombo

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Sicomincia il 5 giugno con «Italia mia», quadri di una biografia personale con musica dal vivo e interventi canori di Federica Vincenti, ora alter ego e ora interlocutrice dello scrittore, nonché personificazione allusiva della patria. Domenica, «Viaggio nel silenzio», poemetto dedicato a un uomo insonne che trascorre la notte navigando su internet, con musiche scritte ed eseguite da Aidan Zammit. Lunedì, in prima nazionale «Una vita di parole», colloquio rivolto al pubblico che ricostruisce l'avventura artistica dell'autore. Si chiude martedì con «Lettere al metronomo», un epistolario in versi concepito per il teatro con la cantante Cristiana Arcari e la musica curata da Nicola Piovani. «Sono come un cacciatore che accende luci negli ambienti per guardarli meglio: devo descrivere il mondo in cui viviamo, ma non per esprimere un giudizio, perché non sono né un moralista né un sacerdote», dice Cerami. «È lo spettatore che può trarre le sue conclusioni: non dico come debba essere la realtà, bensì come la vedo. Non sono un attore che recita: se sbaglio, la gente mi perdona. E' una situazione furba». Dall'Italia di Petrarca e Leopardi si arriva all'attualità di una nazione, passata dagli anni del boom a quelli di piombo, ormai approdata a una «sbrindellata seconda repubblica». «Osservando l'Italia com'era, riscontro cosa ci sia di passato nel nostro presente e dove si nasconda il futuro» ha aggiunto il romanziere-sceneggiatore. «È cambiato il rapporto fra parole e cose. L'identità umana è ora costretta a confrontarsi con il virtuale. Ogni artista deve interrogarsi su questo problema che ha mutato le relazioni interpersonali, la società e l'arte».

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