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Amore e morte in Argentina

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Intelevisione si vede ancora Eva Peron a un'inaugurazione. Benjamin, che ha lavorato in Tribunale e che ora, passata la sessantina, è in pensione, va a trovare una donna Irene di cui è stato innamorato senza dirglielo, adesso diventata un alto magistrato. Nel passato dei due c'è un caso giudiziario finito male, quello di uno stupratore omicida scoperto, condannato all'ergastolo ma poi, per oscure mene politiche, rimesso in libertà, con vera e propria disperazione del marito della donna che aveva ucciso. Ora Benjamin, quasi per scrollarsi di dosso quel caso che, anche per la sua conclusione, aveva funestato gli ultimi anni della sua carriera, si è messo a scrivere un romanzo, tacendo però del suo amore per Irene e lo dà proprio a lei da leggere. Su quanto ci dice il romanzo e su quello che a poco a poco scopriamo dei sentimenti di Benjamin per Irene ci si ricostruisce la vicenda di molti anni prima, con una inattesa soluzione che, mettendo un punto fermo al caso dell'ergastolano in libertà, risolverà in senso positivo quello che per Benjamin era diventato un vero e proprio incubo. Una storia complessa e, anzi, in alcuni punti addirittura complicata, con lati poco chiariti e altri decisamente oscuri, specie quando di tenta di raggiungere un certo equilibrio fra l'intreccio sentimentale in cui il protagonista è coinvolto e quella trama quasi poliziesca dello stupratore che, prima di essere individuato, necessita una certa attenzione in tese cifre drammatiche. La racconta un regista argentino, Juan José Campanella, conosciuto abbastanza anche da noi («Bad Boy Story», «Il figlio della sposa»), e arrivato a vincere quest'anno, con il film di oggi, l'Oscar per il miglior film straniero, nonostante tra i concorrenti ci fossero il nostro «Baaria» e «Il nastro bianco» dell'austriaco Michael Haneke. Io non l'avrei votato, ma, al di fuori di quella gara, qualche merito posso riconoscerglielo, specie per quella storia d'amore taciuta che illustra bene soprattutto il carattere del protagonista e il suo tormento segreto. Ce la rappresenta con efficacia un serio interprete argentino, Ricardo Darín, già visto, con Campanella nel «Figlio della sposa». Una maschera forte ed espressiva.

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