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La ricetta di Woody

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dall'inviatoDina D'Isa CANNES Più invecchia e più la sua linfa creativa si rigenera, pur mantenendo intatte le sue ossessioni, per la psicanalisi oltre che per le battute ciniche e folgoranti. Con il suo «You will meet a tall dark stranger» (Incontrerai uno straniero alto e oscuro), Woody Allen - fuori concorso - ha conquistato il festival di Cannes, tra proiezioni strapiene, lunghe file d'attesa per vedere il suo film (da novembre nelle sale italiane distribuito da Medusa). Con lui sulla Croisette anche gli attori Naomi Watts e Josh Brolin. Grande assente Antonio Banderas. La storia, ancora una volta ambientata a Londra, mette in scena una commedia sui cambiamenti improvvisi della vita, raccontando quello che accade ad un uomo maturo (Anthony Hopkins) che perde la testa per una equivoca ragazza (Lucy Punch); ad un aspirante scrittore (Brolin), affascinato dalla giovane dirimpettaia (Freida Pinto); ad una gallerista (Watts) che si lascia ingenuamente sedurre dall'affascinante datore di lavoro (Banderas). Mentre la moglie abbandonata si dà alla New Age. Allen affronta stavolta il tema della vecchiaia, vista però anche come qualcosa che provoca cambiamenti positivi. «Sono fortemente contrario alla morte - ha ironizzato a Cannes il regista 75enne - Magari arrivassi da vecchio come De Oliveira. Anche se non ci sono vantaggi a invecchiare, non si diventa né più saggi né più mansueti. Mentre la digestione peggiora e bisogna usare l'apparecchio acustico. Il personaggio di Hopkins è preso dal panico quando capisce di non essere immortale e non vuole sentirsi ripetere dalla moglie "caro, stai invecchiando". Allora la lascia e si risposa con una ragazza molto giovane». La renovatio, secondo Allen, nasce proprio dall'irrazionalità, dalla voglia di rimettersi in gioco eroticamente. Il film di Woody parte con una frase emblematica di Shakespeare («La vita alla fine non significa nulla») e si chiude con un aforisma ricco di saggezza: «Le illusioni sono le medicine per sopravvivere». Tutto cambia per questi personaggi che hanno in comune l'incapacità di gestire i propri problemi. Prima di andar via, Allen ha osannato il lavoro del presidente Obama, tanto che sarebbe fantastico «se facesse il dittatore per qualche anno, così l'opposizione non ostacolerebbe le sue riforme». E infine ha confermato: «Sì, Carla Bruni sarà nel mio prossimo film, è una donna bella e intelligente, esattamente quel che serve per il ruolo che farà nel film, una commedia». Con toni drammatici, ma sempre sugli stessi temi (vecchiaia e solitudine), «Another day», film in concorso di Mike Leigh, racconta la vita normale di una famiglia. Straordinaria l'interpretazione di Leslie Manville, che si candida alla Palma d'oro come migliore attrice. Gran fermento anche nel Pavillon italiano per la rassegna del Trailer Film Festival in the World che accosta al cinema tricolore e il cibo, con titoli già noti, come «Baarìa» e «Focaccia Blues», mentre nel gran gala di stasera al White Palm, le star italiane gusteranno le ricette tratte dal libro «Il gusto del cinema» di Laura Delli Colli. Applausi per il corto «Tre ore», con Rolando Ravello, presentato alla Quinzaine des realisateurs dalla regista romana Annarita Zambrano: sullo sfondo della Capitale, tra il Tevere e il Gazometro, si consumano i dialoghi crudi di un padre uscito di galera con sua figlia di 9 anni.

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