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Set bollenti Da Brando a Chloe dietro le quinte delle scene hot

Nanni Moretti e Isabella Ferrari in una scena del film Caos Calmo (2008)

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Oltre 250 ragazzi delle scuole medie superiori di Frascati e della provincia di Roma hanno ascoltato ieri nell'Auditorium delle Scuderie Aldobrandini le rivelazioni di Filippo Timi e del regista Marco Bellocchio. Nell'incontro «Cinema e storia» (organizzato dalle Giornate degli Autori e la Provincia di Roma), per raccontare le trasformazioni dell'Italia dal '43 alla fine degli anni '70, sono stati scelti sette film di Bellocchio, a cominciare dalla sua opera prima, «I pugni in tasca». Il progetto grazie a Cinecittà Luce conta sulla distribuzione dei film a fini didattici e su una serie d'incontri con gli studenti. Inevitabilmente le domande dei ragazzi si sono però indirizzate tutte sull'ultimo film di Bellocchio, «Vincere», interpretato da Timi (nei panni di Mussolini) e Giovanna Mezzogiorno. E a proposito delle scene d'amore, Timi ha raccontato che sul set di «Vincere» il momento più difficile è stato quello intimo con la Mezzogiorno. «Io e Giovanna ci conoscevamo appena, eppure ci siamo trovati per rispettare il copione, spogliati, mezzi nudi e appiccicati l'uno all'altra per più di otto ore. È stato importante realizzare al meglio quelle sequenze ma anche scioccante perché il calore dei baci era reale e realistici gli abbracci. Occorreva rendere la scena, non solo un atto d'amore fine a se stesso, ma un momento di tensione e da parte mia anche di indifferenza palpabile, lasciando pensare che io ero Mussolini, il futuro duce, un ruolo e un peso sui quali già mi concentravo. Alla fine, è stata un'esperienza scioccante e emozionante, in cui abbiamo seguito le indicazioni del regista, ma ci abbiamo aggiunto anche molto di nostro». Sesso e cinema sono andati sempre a braccetto, solleticando (di proposito) le pruderie degli spettatori. Grande scalpore suscitò anche «Caos Calmo» (2008) di Grimaldi, per la sequenza sessuale (con chiari riferimenti alla sodomia) tra Nanni Moretti (con il fondoschiena nudo) e Isabella Ferrari: 4 minuti di sesso molto ben recitato girarono su Youtube prima ancora che sul grande schermo. Chi non ricorda poi la fisicità di Maruska Detmers nel «Diavolo in corpo» di Bellocchio (1962), tra gemiti erotici, sospiri, risa e pianti che culminarono in una fellatio, eliminata nell'edizione televisiva e poi oscurata in videocassetta. Una fama simile è toccata a Chloë Sevigny, in seguito alla sequenza della fellatio (vera) con Vincent Gallo in «The Brown Bunny», scena girata con l'allora partner anche nella vita, che solo una grande attrice poteva permettersi, perché è una di quelle sequenze che corrono il rischio di segnare la carriera di una star per poi emarginarla. Memorabili anche le scene del burro riprodotte all'infinito in «Ultimo tango a Parigi» di Bertolucci (1972) e quel sesso claustrofobico tra Brando e Schneider ripreso dal vero dalla macchina da presa. Vero come le scene di una Jessica Lange che turbò per anni molti sogni, dopo «Il postino suona sempre due volte». Nicholson era il macho che incarnò la violenza del desiderio sessuale, tra un meccanico, ex pregiudicato, che mette gli occhi sulla moglie del suo datore di lavoro. Tra i due fu attrazione fatale, amore furioso (e reale) sul tavolo di una rozza cucina.

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