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Gullotta e il Pirandello-boom «Siamo come diceva lui»

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Giàcon il pirandelliano «L'uomo, la bestia e la virtù» Gullotta aveva ottenuto uno straordinario successo di critica e di pubblico, con 95 mila presenze in tutta Italia in tre stagioni. Il segreto di questa proficua sinergia scenica è dichiarato dal protagonista: «Pirandello non è un classico, ma un contemporaneo. Ha individuato i malesseri dell'uomo e, non a caso, si è avvicinato alle teorie sulla psicoanalisi di Freud, allora rivoluzionarie. Denuncia una società malata, deplora l'ipocrisia, differenzia l'apparire dall'essere. Resta attuale perché in cento anni non è cambiato nulla. Questa commedia, infatti, rappresenta esattamente il nostro oggi, come se il tempo non fosse mai passato». C'è da chiedersi, però, se la storia di Angelo Baldovino, con la sua urgenza di mettere a nudo la disonestà degli altri, sia ancora interessante e valida in un Paese che si è radicalmente allontanato da ogni valore etico. «L'onestà è tipica dell'uomo che, nello stesso tempo, la distorce, l'annienta e la svuota di significato” risponde Gullotta. La realtà culturale italiana soffre di una crisi economica evidente, ma anche di una moralità corrotta dai nostri governanti. Si sono costruiti un potere a loro uso e consumo, distruggendo il cittadino. La gente si è adeguata e non ama più la legalità o la diversità. Fortunatamente, comunque, c'è ancora onestà. In teatro, per esempio, dove il pubblico viene a bere un'acqua diversa e ad aprire i cassetti dell'anima: vuole emozionarsi con il fascino della parola». T. D. M.

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