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Il digestivo miracoloso e l'elisir di lunga vita

Nicola Arigliano con Febo Conti

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Sarà per quei ritmi in tempi dispari, un po' eccentrici, ma i jazzisti hanno sempre avuto il dono dell'autoironia. Basta ascoltare in concerto quel meraviglioso folle di Stefano Bollani, per non parlare di Arbore. Gente che sa come prendere la vita con swing, girandoci attorno, improvvisando sul da farsi, ma sempre restando credibili. I pubblicitari degli anni Sessanta sapevano di andare sul sicuro, accendendo i riflettori su quelle facce nascoste nei locali intossicati di fumo. Chi non ricorda l'uomo in ammollo che prometteva miracoli con il detersivo? Era Franco Cerri, chitarrista top della scena italiana. E Arigliano era stato un monumento di humour, con quello spot di Carosello rimasto scolpito nella memoria di chi non è più giovanissimo. Il crooner salentino imperversava negli anni Sessanta con quel gesto delle mani che annunciava l'armistizio gastrico dopo un pasto sconsiderato: «Contro acidità, bruciori, pesantezza di stomaco, Digestivo Antonetto». Impossibile non concedergli fiducia. Sopratutto quando precisava: «Ed è tanto comodo che potete prenderlo anche in tram!», facendosi ritrarre dentro il filobus, opportunamente svuotato di compagni di viaggio pressanti o borseggiatori sparsi. Anche quello era un segno del miracolo italiano: ti strafogavi con «spaghetti, pollo, peperoni, tre polpette e sei bigné», come precisava Nick (citando Buscaglione) in una versione più recente della réclame, e poi bastava la pastiglia e passava tutto, anche su un mezzo pubblico che zigzagava sulle rotaie. Si era felici con poco, nel Paese del boom. Era bello, credere a gente come Arigliano. Che è campato fino a 87 anni grazie a un suo particolare elisir di lunga vita: «Mangiare tre teste d'aglio al giorno, bere vino rosso, e non avere né mogli né suocere». Ne risentirà l'alito, ma almeno puoi evitarti il digestivo.  

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