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A Roma «Cortoon», il festival del cinema d'animazione I protagonisti sono mostri, killer, psicopatici e mercenari

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.Ha preso il via nella Capitele la settima edizione di «Cortoons», festival internazionale del cinema d'animazione, ospite del Palladium-Università Roma Tre. La manifestazione chiuderà i battenti domenica. Quest'anno, come novità assoluta, c'è una categoria in più in concorso: i lungometraggi d'animazione, anche se il festival resta dedicato e imperniato sui corti. «Ci sembrava giusti aprirci anche ai lungometraggi - ha detto il direttore del festival Alessandro D'Urso - perché si stanno proponendo cose molto interessanti». Comunque corti o lunghi pari sono nell'ispirazione. I protagonisti sono mostri, killer, psicopatici o... mercenari armati fino ai denti, come il protagonista di una dei titoli inseriti nella rassegna. «Boogie el aceitoso», dell'argentino Gustavo Cova, racconta le avventure di un «duro» di quelli con i quali è meglio non discutere. Il lungometraggio propone un'ora buona di lotte, spari, sangue e violenze di ogni genere. Un po' più crepuscolare invece il film svedese «Metropia» di Tarik Sale, un regista di origine turca. Basti sapere che tra gli sceneggiatori figura il compianto Stieg Larsson, autore della trilogia di «Uomini che odiano le donne». Tra i «lunghi» anche il francese «Panique au Village» di Stephane Aubiere e Vincent Patar, che racconta un mondo fatto di soldatini. Fiore all'occhiello della rassegna, Oscar per il miglior corto 2010, «Logorama» di François Alaux, un «filmino» denso di ironia nel quale i protagonisti della pubblicità, le griffe e i marchi commerciali combattono una battaglia... all'ultimo sangue. Violentissima anche «Dumbland», una serie di otto corti, realizzati da David Lynch a partire dal 2002, sulle avventure di un tipaccio rude. Tutta roba di altissima qualità, il meglio della produzione mondiale che indica come il gusto degli autori e quello del pubblico in questi ultimi anni sia radicalmente cambiato. Il cartoon oggi è un prodotto artistico destinato agli adulti, con una preferenza decisa per il giallo, l'horror, il noir. Altro che Tom & Jerry. Il «grande maestro» Disney sembra un reperto archeologico: da anni dominano la fantascienza e il noir, ispirati alle graphic novel di Frank Miller (quello di «Sin City» e «300»). Ed è forse proprio dal fumetto che arriva questa «sete di sangue». Gli eroi di cartone hanno tutti decisamente virato verso il giallo-fantasy venato di nero che più nero non si può. Un nome su tutti: Stephen King, il «re del brivido», è l'ideatore di una delle più raffinate saghe a fumetti: la Torre Nera, edita in Italia da Sperling & Kupfer. Il quarto volume, intitolato «La caduta di Gilead» sarà nelle librerie martedì prossimo. Una volta il fumetto noir per eccellenza era Dylan Dog, sempre alle prese con mostri, fantasmi, magia nera. Oggi il buon Dylan fatica ad emergere tra gli schizzi di sangue della concorrenza. Anche i classici super eroi Marvel (Spider-Man, Hulk, Devil) sono diventati dei tenebrosi mostri notturni. Le edicole e le librerie rigurgitano di assassini, licantropi e non parliamo dei vampiri. Forse, dopo tanto horror, torneranno di moda topolini e nanetti.

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