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Sfide e passione di amanti segreti

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Nientea che vedere con «L'amante inglese», il bel romanzo di Marguerite Duras qui citato, senza nessun riferimento, per la versione italiana di un film francese che, in originale, si intitolava invece «Partir». Comunque siamo in Francia, in provincia. Una inglese c'è, è Suzanne, sposata a un medico cui ha dato due figli già grandicelli. Vuol diventare fisioterapista e così il marito le fa riadattare in casa un locale che dovrebbe servirle da studio. I lavori li esegue un operaio spagnolo, un tipo ordinario e molto rozzo di cui stranamente Suzanne si innamora di primo acchito abbandonandosi con lui a giochi di sesso tutti affannosi mugolii. Naturalmente finirà malissimo. Psicologie non facili da esprimersi e, soprattutto, da chiarirsi. La storia, così, fatica un po' ad acquistare una certa verosimiglianza anche perché quasi nessun carattere, compresi quelli del marito e dei figli, ha veramente spiegazioni. In un alternarsi non sempre ordinato di situazioni abbastanza contraddittorie, comprese quelle che, con scarsa logica, tendono a fare della protagonista una vera e propria «schiava d'amore» o, meglio, di sesso. La regia è di Catherine Corsini di cui, qui da noi, si son visti solo due film piuttosto discutibili, «La nouvelle Éve - Una relazione al femminile», nel '98, e «La répétition - L'altro amore» nel 2001. Discutibile, perciò, da vari punti di vista, anche questo di oggi di cui si possono solo apprezzare certe atmosfere familiari, anche quando vi esplodono delle asprezze, proposte tramite immagini lineari e nitide volutamente senza impennate da un punto di vista figurativo. Meno discutibile, al centro, l'interpretazione di Kristin Scott Thomas come Suzanne si presenta però in modo molto distante da quanto ci ha dato finora nel cinema inglese. Evidentemente si è scelta una nuova strada, ma non è detto che sia quella giusta.

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