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Nerone? Maltrattato come Silvio

Roberto D'Alessandro, regista e attore di

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«La storia più o meno è sempre quella: si parla tanto male dei potenti, ma poi sono migliori di chi li accusa»: parola di Roberto D'Alessandro, scrittore, regista, protagonista e co-protagonista di «Nerone Superstar - Lo spettacolo musicale più pazzo del mondo», al Salone Margherita da domani al 21 marzo. Ma come, protagonista e co-protagonista? «Sì, spiega D'Alessandro - perché tutto parte dall'idea che Nerone avesse un gemello... e le due parti, come nelle commedie plautine, le fa lo stesso attore, cioè io». E anche se si parla di antichi romani in mezzo alla storia ci finiscono i romani dei giorni nostri e, forse, anche qualche milanese. «Su Nerone è in atto da tempo una sorta di revisionismo. L'imperatore è passato alla storia come un sanguinario, matricida, uxoricida... ma di lui ci hanno parlato sempre storici che non lo avevano in simpatia, visto che aveva avversato il Senato. Insomma come oggi: si parla male dei potenti, come di Berlusconi, ma poi chi sparla può essere peggiore. Nel mio spettacolo sono tante le analogie con la politica dei giorni nostri». Lo spettacolo è decisamente comico: «La mia è una farsa e questo non piacerà a tanti pensatori di sinistra che non amano le cose che fanno ridere - aggiunge D'Alessandro - anche se poi Dario Fo a forza di scrivere farse ha preso un Nobel. Comunque sono e rimango un intellettuale di sinistra, anche se di sinistra oggi c'è ben poco. Io sono rimasto sempre lì... sono gli altri che si sono spostati. L'anno scorso ho scritto e portato in scena "E pensare che eravamo comunisti", una commedia che ha avuto molto successo». Accanto a D'Alessandro due signore del teatro leggero, amatissime dal pubblico: Milena Miconi e Nadia Rinaldi.   La Miconi è Poppea, ma rivista e corretta fino a diventare un personaggio particolarissimo. «Io faccio la parte della smemorata - spiega la Miconi - Sono una Poppea costretta dal marito ad acrobazie sessuali spericolate che, alla fine, sbatte la testa e perde la memoria. Per tutta la commedia ricordo solo tre cose: quando ho perso la memoria, la stanza dove ho perso la memoria e che devo fare l'attrice in una commedia di mio marito. Come personaggio, forse mi fa venire in mente qualcuno, forse qualcuno di attuale, ma preferisco che lo indovinino gli spettatori». Nadia Rinaldi, invece, è facile da identificare: è Agrippina, madre politicizzatissima di Nerone che fa di tutto per tenere bene stretto in pugno il Ministero dell'Economia. In pratica un «Tremonti» antico romano. «Fuguriamoci - spiega ridendo la bella Nadia - io di economia non ci capisco proprio nulla. Non saprei nemmeno fare una fattura». Ma può stare tranquilla, molti esperti di economia ne capiscono meno di lei. Nel cast anche Valentina Roma, una esplosiva Messalina, che in pratica è una... «mignotta - chiarisce subito D'Alessandro - che viene portata dall'imperatore per ottenere qualcosa... vi ricorda qualcuno?»  

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