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Shoah, se parlano i ragazzini

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Iricordi di chi ha vissuto le atrocità della seconda guerra mondiale, ma anche la memoria di quei ricordi raccontati che entrano nell'immaginario dei più giovani, trasformandoli a sua volta in testimoni. È il punto di forza del progetto «I ricordi della memoria» raccolta di testimonianze di esperienze realmente vissute ma anche il racconto di esse trasmesso ai figli, oggi adulti, creatori di altri testimoni: le nuove generazioni. Come sia nato il progetto lo spiega nella prefazione Licia d'Urso Ligresti curatrice insieme ad Alberta Levi Temin, che l'ha ispirata. «Un giorno ascoltavo con piacere il racconto di Alberta Levi Temin in una scuola - scrive Ligresti - e gli alunni ascoltavano con molta attenzione, come sempre avviene, la storia della sua vita e della sua famiglia attraversata dalle leggi razziale del 1938, introdotte da Mussolini, sull'esempio di Hitler, anche in Italia». Ne segue l'esigenza pressante che non si debba più solo parlarne, ma anche scriverne. Nel pool entra pure Anna Paola Tantucci, presidente dell'Associazione EipItalia Strumento di pace che ha disseminato il progetto «I ricordi della memoria» nelle scuole. E ci sono loro, i protagonisti di una storia che non dovrà mai più ripetersi, coi loro nome in calce ai racconti. C. M. C.

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