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Il Quirinale svelato

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Quirinale

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Il Quirinale è prima di tutto «la casa degli italiani, la sede dell'Auctoritas» da cinquecento anni. Verissimo. Eppure assai spesso si dimentica che esso è un vero e proprio museo pieno di sorprese. E le sveleremo con l'aiuto del prof. Louis Godart, Consigliere per il Patrimonio artistico della Presidenza della Repubblica. Da dove possiamo cominciare il nostro viaggio professore? Dall'anticamera del Salone delle Feste, al termine della Galleria dei Busti. Per il matrimonio di Umberto II e Maria José, nel gennaio del 1930 l'ambiente originario fu smantellato e ostruito per aprire una quarta rampa dello Scalone d'Onore. Oggi possiamo nuovamente ammirarlo con gli affreschi delle lunette eseguiti nell'800 dal pittore Annibale Brugnoli. E non basta... Cos'altro è stato portato alla luce? Il 2 febbraio del 1808 il generale Miollis occupava Roma. Nel 1811 il Palazzo veniva aggregato ai beni della Corona di Francia. Nella mente di Napoleone esso doveva essere trasformato nella nuova residenza imperiale della Corte gallicana. E allora? Sanno i suoi lettori la storia della Sala Gialla? Ebbene doveva essere destinata agli appartamenti dell'Imperatrice Maria Luisa d'Austria, così una serie di tramezzi e stucchi ne oscurarono le finestre sul Cortile d'Onore nonché parte del pavimento del '600. Oggi, dopo pazienti restauri, quelle murature sono state abbattute riscoprendo le decorazioni di Pietro da Cortona con due bellissimi affreschi: uno raffigurante Santa Maria della Pace e l'altro Porta del Popolo. Sa una curiosità? Quale?  In questa stanza, durante i quattro conclavi che si svolsero al Quirinale, avveniva la vestizione dei nuovi pontefici. Su di un letto erano poggiati tre abiti di diverse misure per la cerimonia della proclamazione. Ci ha già regalato tante intriganti curiosità del museo di tutti gli italiani, ma di quale voleva ancora parlarci? Di quelle emerse dal recente restauro del più straordinario dei saloni del Quirinale, quello dei Corazzieri. Edificato da Carlo Maderno nel 1615 per papa Paolo V Borghese e affrescato da Lanfranco, Saraceni e Tassi, esso serviva da salone per le udienze era chiamato Sala Regia. Anche qui gli architetti di Napoleone intervennero facendo celare dietro stucchi e stemmi imperiali un bel dipinto oggi rimesso. Ma dove sta la novità?  Ebbene i restauri hanno permesso di ricostruire le storie dei molti personaggi affrescati e cioè degli ambasciatori di paesi asiatici o africani giunti a Roma agli inizi del 1600 presso la Corte papale. Celebre l'ambasceria del Congo guidata da Emanuele Ne Vunda detto il «Nigrita». Questi per tre anni aveva attraversato deserti e mari e, arrivato a Roma, si ammalò gravemente. Paolo V andò persino a trovarlo nel convento in cui era curato, tuttavia il Nigrita moriva il 6 gennaio del 1608 per poi essere sepolto con grandi onori in Santa Maria Maggiore, dove ancora riposa.

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