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"All news e divi, la mia rivoluzione"

Antonio Preziosi, direttore di Radio1 e del Giornale Radio Rai

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Davanti alla scrivania, una parete di news grazie agli schermi che rimandano immagini dal mondo. Sul divano di pelle scura, due cuscini con il nuovo logo di Radio1. Eccola, a Saxa Rubra, la tolda del più giovane direttore di RadioRai, Antonio Preziosi. «Beh, i miei 42 anni mi etichettano come giovane per gli standard italiani - si schernisce subito - Ma negli States sarei già attempatello. E comunque ce ne sono parecchi, ora, nelle tv, nella carta stampata, di direttori quarantenni. Io la considero un'età giusta per cimentarmi». Altro che cimentarsi. Preziosi è al timone dei tre Gr di Stato e della Prima Rete radiofonica dallo scorso agosto e Radio1 nella rilevazione di inizio dicembre ha registrato un'impennata di audience: 6.625.000 ascoltatori nel giorno medio. Lui intanto ha preparato un palinsesto-bomba che annuncerà ufficialmente il 7 gennaio. E sul quale è abbottonatissimo, pur concedendoci qualche spiraglio di notizia. Raccoglie i frutti della sua strategia, Preziosi. Già, appare vincente il progetto di realizzare la prima radio all news, completamente in diretta. Informazione 24 ore su 24, questa la mission. E con uso quasi esclusivo di giornalisti interni.   Però un programma sarà affidato nientemeno che a Simona Ventura. Supersimo per la prima volta in radio, e da noi. È una bella soddisfazione. Cinquanta minuti in diretta, il sabato all'ora di pranzo, tra le 12,30 e le 13,45. La trasmissione si chiama "Ventura Fc", Ventura Football Club. Si parla di calcio, ovviamente, lanciando così il pomeriggio sportivo. E anticipando la grande offerta di informazione che arriverà con i mondiali in Sud Africa. Sui contenuti Simona tiene la bocca chiusa. Ma c'è un'altra novità. Trasmetteremo da Milano. Un ritorno al mitico Corso Sempione. Sarà contenta la Lega. Non si tratta di questo. Stiamo coinvolgendo gli altri centri di produzione Rai. Prima di Natale è avvenuto a Napoli. Concerto in diretta di Massimo Ranieri. È stato un successo.   L'altro asso nella manica è Pupo. Anche lui in diretta con "Attenti a Pupo". Un nome importante per dare un colpo d'ala alla fascia pomeridiana, quella in cui la nostra leadership è insidiata dalle private. Insomma, calamitate i divi della Tv. È una rincorsa al piccolo schermo? Non impoverisce la specificità del mass media radio? Ventura e Pupo sono comunque di scuderia Rai, dunque del servizio pubblico, e occupano soltanto l'1,5 per cento del palinsesto. Ma sono importanti per dare appeal alla Rete, per attrarre investimenti pubblicitari. Se poi in tv faranno parlare della radio, allora sono ancora più i benvenuti. Però resta la centralità dell'informazione, fornita dai nostri giornalisti. Lo slogan, la nostra stella polare è "la notizia non può attendere". Come ripetono a «Start», la novità mattutina con Gianmaurizio Foderaro e Francesca Paltracca. La formula notizie-approfondimenti-musica sta andando a gonfie vele. Canzoni di grandi interpreti, non di nicchia. Foderaro li fa cantare in diretta. L'esperimento funziona. Anche nel pomeriggio di Enrica Bonaccorti, nel suo salotto, abbiamo inserito news, con l'intervento di un giornalista. Lei è entusiasta.   Ma non rischiate un'overdose di informazione, un rigetto da parte del pubblico? Facciamo all news all'italiana, non all'americana. L'ascoltatore vuole sentirsi a casa, non ama una radio che gli generi agitazione, ansia. Allora, no al bombardamendo di notizie-non-notizie. Sì, invece, alla diffusione immediata dell'avvenimento. Insomma, se accade un fatto importante, vogliamo essere noi i primi a dirlo. Per questo dilatiamo la diretta e l'intervento della redazione. Che forse è esigua per cotanto impegno. Certo, rinforzi servirebbero. Ma posseggo una squadra di grandi professionisti, che hanno risposto con grinta al mio piano editoriale.  C'è un altro programma che va bene, ma che tra due giorni si interrompe. Quello condotto da Giorgio Dell'Arti. Dell'Arti ha un contratto fino al 31 dicembre. La sua fascia mattutina sarà riempita con risorse interne. La trasmissione sarà un mix ancora una volta di notizie e approfondimenti. In questo caso sul nostro corpo. Psicologia, benessere, paure, richieste dell'animo. Si chiamerà "Benfatto". Conduttori, Lorenzo Opice e Annalisa Manduca.   L'informazione politica. Come la affronta, lei che con il giornalismo politico ha cominciato? Secondo questi tre input. Deve essere chiara, equilibrata, completa. Ovvero: no ai pastoni, no al bla bla dei politici, quello che Enzo Forcella stigmatizzò nel suo "1500 lettori". Ma no anche alle reticenze. La notizia si dà, sempre, anche se scomoda qualcuno. Lei è nato a Taranto un po' per caso ed è cresciuto nella sua Basilicata. Ora è romanizzato al cento per cento? Sono orgoglioso delle radici lucane. La mia è una terra bella, ricca di cultura, di arte. Mi ha insegnato la tenacia. E l'umiltà, "la più grande qualità di un giornalista", diceva Enzo Biagi. Aveva ragione. Serve. Quanto l'autoironia. Le piacerebbe un giorno fare altro al posto della radio? Ho debuttato a dodici anni, nella mia città, in radio private. Programmi per bambini. Amo tanto questo lavoro che non lo cambierei con nessuna altra esperienza. E ai suoi quattro figli, un plotoncino dai dodici ai cinque anni, che cosa dice: ascoltate la radio invece di guardare la tv? Per fortuna hanno una mamma che non è videodipendente. E poi, come fanno a non amare la radio se ci lavora il loro papà?  

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