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L'autoritratto di Luthi diventa itinerante

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Eccol'«Autoritratto a mani vuote» che l'artista svizzero Urs Luthi ha dedicato a Roma in occasione della mostra che fino al 5 aprile gli dedica il MACRO di via Reggio Emilia, con l'enigmatico titolo «Just another Story about leaving» che suggerisce l'idea della partenza e dell'allontanamento. Ancora una volta il Direttore del museo, Luca Massimo Barbero che cura la mostra con Elena Forin, dà vita a una sorpresa con questa rassegna raffinata e difficile che richiede concentrazione e raccoglimento. Luthi, artista concettuale noto per la sua ossessiva ricerca sul proprio corpo, ha infatti cercato di collegare questa sua linea privilegiata con un viaggio ideale attraverso Roma. E così ha portato l'opera-simbolo della mostra, l'autoritratto come filosofo-sacerdote-clown, in tanti posti diversi della città, dai bar ai ristoranti, dai negozi d'abbigliamento ai parchi e ai Fori Imperiali, fotografando ogni «visita». Ha portato un altro se stesso ovunque, quasi per cercare un dialogo silenzioso con il genius loci della città. Il resto della mostra è fondato su un'autoanalisi intimista e inquietante, come nella serie di nove foto che ritraggono l'artista in un processo sequenziale di ringiovanimento o di invecchiamento alla Dorian Gray, secondo il senso di lettura. O come avviene nelle sculture in vetro della serie «Ex voto», in cui di umano non resta altro che la testa di Luthi posta al culmine di inquietanti ampolle-protesi. Gab. Sim.

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