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De Andrè e il suo doppio

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GabrieleAntonucci Sono ormai passati dieci anni dalla scomparsa di Fabrizio De Andrè, una decade che, invece di offuscare il valore culturale e popolare del suo lavoro, ci riconsegna tutta la magia del cantautore genovese attraverso la voce e la chitarra di suo figlio. Dopo il clamoroso successo estivo del tour «De Andrè canta De Andrè», Cristiano torna stasera alle 21 al Parco della Musica, questa volta in Sala Santa Cecilia, con la rilettura del canzoniere del padre in un omaggio personale ed emozionate. In scaletta da «Megù Megùn» (che apre i concerti), a «Ho visto Nina volare», «Don Raffaè», «Cose che dimentico», «Verranno a chiederti del nostro amore», «Creuza de ma», «Amico Fragile», «La canzone di Marinella», fino alla chiusura con «Il Pescatore». Nei bis spazio all'unico brano scritto interamente da Cristiano, «Dietro la porta», con cui si aggiudicò il secondo posto e il Premio della Critica nel Sanremo 1993. «De André canta De André» è un viaggio suggestivo fra le canzoni che hanno consegnato alla storia della musica e della letteratura italiana il nome di «Faber» De Andrè. Il tour è stato immortalato un mese fa in un cd con undici brani e un dvd intitolato «Filming around tour». «Ho preso la decisione di affrontare questo tour e questo disco - sottolinea Cristiano - pensando all'eredità artistica che mi ha lasciato mio padre. Oggi, come se fosse un passaggio di testimone, ho avuto il desiderio di portarle verso una direzione musicale più vicina alle mie corde. Attraverso questa mia interpretazione, mi auguro di dare a chi ascolta le stesse emozioni che ho provato io». Si preannuncia una serata acustica e intimista, in cui Cristiano mostra tutta la sua abilità di polistrumentista, che passa con disinvoltura dalla chitarra al bouzouki, dal violino al pianoforte e alle tastiere. De Andrè jr. è accompagnato in tour da Osvaldo Di Dio alle chitarre, Davide Pezzin al basso e contrabbasso, Davide De Vito alla batteria e Luciano Luisi al piano, tastiere e programmazione. La regia dello spettacolo è curata dall'esperto Pepi Morgia, già regista di tutti gli spettacoli di «Faber». Uno degli aspetti più interessanti del concerto sarà il racconto del Fabrizio De André meno conosciuto, dal rapporto tra padre e figlio alle tante passioni che coltivava, fino alla stesura delle canzoni scritte a quattro mani insieme al suo erede.

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