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Nasce l'enciclopedia del Futurismo, gloria della cultura italiana

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Ilcatalogo dei cataloghi, il pozzo dove trovare chi, cosa e come conta nel movimento fondato cent'anni fa da Marinetti. L'anno del centenario di quel Manifesto pubblicato su Le Figaro si conclude con l'avvio della più grande opera mai dedicata alla maggiore rivoluzione culturale del Novecento: i Nuovi Archivi del Futurismo, sei volumi presentati ieri alla Fondazione Quadriennale di Roma presieduta da Gino Agnese che promuove la pubblicazione presso De Luca Editore. Un ritorno e un ampliamento all'ennesima potenza: perché nel 1958 la Quadriennale volle i primi Archivi, in due volumi. Ora introvabili anche nella ristampa De Luca Mondadori, che risale al 1986. A redigere mezzo secolo fa l'indice analitico fu un giovanissimo Enrico Crispolti. Ed è adesso lo stesso Crispolti, professore emerito di Storia dell'Arte contemporanea all'Università di Siena e tra i massimi conoscitori mondiali del Futurismo, a dirigere l'impresa Nuovi Archivi. Documenterà, con un'équipe di esperti, i manifesti di Marinetti & C. (primo volume); i cataloghi delle esposizioni (secondo); le opere, dalla pittura alla letteratura, dal design all'architettura, dalla moda ai giornali, alla musica (terzo, quarto e quinto volume, mentre il sesto comprende il regesto, la bibliografia, gli indici). Ma insomma, dopo tutto quello che si è detto e scritto del Futurismo questi Archivi quale vuoto riempiono? "Più che altro infittiscono un pieno - spiega a Il Tempo Crispolti - Gli Archivi usciti nel '58 fermavano il Futurismo al '16, quando morì Boccioni... Ma il movimento ha ben più lunga storia, arriva al '44, allorché scomparve Marinetti. E non è solo pittura, scultura, poesia. È anche moda, scenografia, perfino mail-art: le cartoline di Balla erano dipinte come un piccolo quadro. Insomma, gli Archivi, questo immenso reference book, sanciscono che Marinetti e i suoi effettuarono una ricostruzione futurista dell'universo, toccando ogni aspetto della vita". Eppure la narrativa, per i suoi intrinseci modi, pare sfuggire al morso futurista. "Non è vero... Quando Marinetti nei suoi romanzi immette i moduli di simultaneità e compenetrazione, piega alla sua poetica la struttura del racconto. Lo stesso nei drammi, con la cosiddetta sintesi teatrale. E la velocizzazione linguistica precorre la comunicazione di oggi. Quando ad esempio negli sms invece di scrivere per si usa la x della moltiplicazione". Ma è possibile documentare davvero tutto il futurismo, che per definizione è estemporaneo? "Il nostro sarà un repertorio per eccellenza. Nei sei volumi se ne potranno rinvenire tutti gli aspetti, ma esemplificati al massimo livello". Si farà anche chiarezza sui falsi. "Dei quali, per alcuni nomi, c'è una paurosa invasione. Specie per autori come Balla o Depero, che sono poco tutelati. Del primo sono state esposte croste perfino nella magniloquente mostra da poco tenutasi a Palazzo Reale di Milano. I Nuovi Archivi serviranno anche a sventare simili trappole".

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