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"Nelle sculture mi ispiro all'universo dell'ignoto"

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{{IMG_SX}}«A metà degli anni sessanta sono arrivato a Roma per conquistare questa magnifica città con la "Sfera grande" collocata nel piazzale antistante il Ministero degli Affari Esteri. Ma poi sono stato io a rimanere conquistato dalla sua bellezza colma di memorie, dal suo senso del tempo, da un'aria e da una luce che la rendono unica». Eccolo Arnaldo Pomodoro, classe 1926 ma con lo spirito audace ed energico di un ragazzo, felice di essere tornato ad esporre nella nostra città, con venti importanti sculture distese fra il 1960 e il 2007 che inaugurano un nuovo ambizioso spazio espositivo, la Galleria 20ArtSpace in via XX Settembre 122, diretta da Pino Purificato. Il grande artista, milanese d'adozione, ci fa da guida d'eccezione alla mostra, aperta fino al 30 gennaio. Guardando la «Sfera n. 1», del 1963, ci fa notare che «la sfera è la forma perfetta, può rappresentare anche la terra e il mondo di oggi. Ma siccome la nostra società può essere corrosa dalla civiltà tecnologica allora io rompo queste forme magiche per scoprirne la vitalità e i movimenti interni, misteriosi, arcaici, quasi mostruosi». Poi è la volta di una delle sue sculture predilette, «Colpo d'ala» (1984), «un omaggio a Boccioni – dice Pomodoro – e alla sua energia ripensata anche attraverso Brancusi». In tutte le opere è evidente la tensione fra forme perfettamente levigate e drammatiche fratture materiche, fra evocazioni di scritture arcaiche e intuizioni avveniristiche, quasi fantascientifiche. «Nelle mie sculture - spiega Pomodoro - vado avanti e indietro nel tempo, avendo l'ignoto davanti». Fra le opere più emozionanti c'è senza dubbio lo studio per la «Porta dei Re del Duomo di Cefalù», mirabile visione plastica non ancora realizzata ed oggetto di alcune ingiuste polemiche. E poi c'è lo spettacolare studio bronzeo in scala 1:7 di «Novecento», monumentale spirale alta 21 metri e collocata nel piazzale Luigi Nervi, di fronte al Palasport. «È una scultura che sfida l'infinito - dice Pomodoro con toni appassionati - un segnale dell'espansione ideale di Roma verso il mare. La forma di spirale crescente e avvolgente evoca un senso di progresso continuo, che è insieme di uguaglianza e di elevamento, ma che reca con sé anche i buchi e le fratture della Storia. È un monumento al ‘900 che però rifiuta la staticità: un missile pronto a partire verso il futuro».

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