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Lo sguardo di Tornatore su L'Aquila che rinasce

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L'AQUILAGuarda le macerie, i palazzi sventrati dal terremoto del 6 aprile. E nella sua mente riaffiorano i ricordi di bambino, del terremoto nel Belice, di quello che aveva visto, sentito, vissuto. Anche il regista Giuseppe Tornatore, all'Aquila in occasione dell'anteprima nazionale del film «Baarìa» reduce dall'ultimo Festival di Venezia e dal successo della kermesse di Toronto, è rimasto impressionato da quanto accaduto la notte del 6 aprile e positivamente sorpreso per quanto in questi cinque mesi è invece stato fatto nell'ambito della ricostruzione, per cercare di riportare una numerosa collettività, verso una vita che cerca di assomigliare a quella normale. E Tornatore, osservando le case di Onna appena consegnate dal presidente Berlusconi, soffermandosi sulle macerie della zona rossa dell'antico paese dell'aquilano alle pendici del Gran Sasso, ha espresso un giudizio positivo sulle operazioni. Nel suo giro Tornatore ha anche visto i cantieri dove si stanno realizzando le nuove costruzioni antisismiche del progetto Case. «Hanno realizzato i nuovi appartamenti a una velocità sbalorditiva e sono appartamenti funzionali», ha commentato visitando il cantiere di Bazzano, il primo che sarà pronto nei prossimi giorni e i cui appartamenti verranno ufficialmente consegnati ai primi assegnatari il 29 settembre. Tornatore, che proprio per il suo ultimo film ha riprodotto una copia dell'intero paese di Bagaria in Tunisia, ha invece osservato piccoli paesi che nascono per dare un tetto a chi l'ha perso nei venti secondi di terremoto. All'Aquila dopo Venezia, la possibilità di poter assistere all'anteprima di «Baaria». Una visione particolare per gli aquilani che hanno assistito al film in compagnia di chi, nel film, ci ha lavorato. La delegazione in visita in Abruzzo comprendeva anche i giovani protagonisti Francesco Scianna e Margareth Madè, oltre ai più conosciuti Leo Gullotta e Beppe Fiorello. Accompagnati dal sottosegretario Guido Bertolaso sono entrati in una delle nuove abitazioni di Onna, accolti da una signora. Qui il regista e il cast hanno condiviso un momento di rinnovata quotidianità all'interno della casa. A tal proposito Beppe Fiorello ha commentato «all'inizio eravamo titubanti in merito all'opportunità di fare anche noi una passerella sulla scena del terremoto, poi però mi sono reso conto che anche questo serve a rendere testimonianza e a non dimenticare. Sono rimasto sorpreso di come la signora che ci ha accolto in casa si sia preoccupata di avere la camera in disordine. È questo più che mai il segno di una vita che rinasce». Nel centro storico dell'Aquila altre immagini di distruzione, il ricordo di morte e dolore. Davanti all'hotel «Duca degli Abruzzi», completamente raso al suolo dal terremoto, Leo Gullotta si è soffermato a guardare le rovine della struttura dove aveva alloggiato più volte in passato. «Ho seguito sin dall'inizio - ha detto - la vicenda del terremoto, assistendo anche a documentari come Presa Diretta di recente. Nulla tuttavia rende l'idea dell'enorme silenzio che si percepisce nel centro storico distrutto».

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