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George sei gay? E lui ride

George Clooney con Elisabetta Canalis

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Ironia, sorrisi e divertimento hanno accompagnato la giornata di George Clooney, il divo più atteso alla Mostra di Venezia, che non si è scomposto nemmeno davanti alle insistenti e imbarazzanti domande sulla sua presunta omosessualità. Ha sorriso pure quando il suo film, per problemi tecnici, si è bloccato durante la proiezione ufficiale: allora ha superato se stesso e per sdrammatizzare ha intontato «O sole mio», davanti a una platea stracolma. Dopo che gli amici Brad Pitt e Matt Damon avevano scherzato sulla sua ipotizzata e segreta identità gay, inevitabili le domande dirette. Del tipo, «George, tu sei già sposato con Max (il maialino che vive con lui), quando annuncerai il vero matrimonio con un uomo?» Clooney risponde con un sorriso sfiorando la fasciatura sulla mano destra (provocata urtando contro una porta): «Non so cosa sta dicendo...». Poi arriva nel salone delle conferenze, al terzo piano del vecchio Casinò del Lido, la «Iena» Mauro Casciari che si spoglia, mostrando delle mutande con la scritta George, choose me e dichiarando: «Sono gay e mi sono innamorato di te». Clooney sorride ancora e dice: «Resti lì, sta arrivando un'ambulanza per lei». Ed infine la domanda su Elisabetta Canalis, ma stavolta il divo chiude la bocca a tutti affermando «Sono vent'anni che faccio questo lavoro, sono venuto tante volte a Venezia, ma nessuno mai mi aveva fatto domande del genere». L'attore ha preferito parlare del suo film, la divertente commedia fuori concorso «The men who stare at goats» di Grant Heslow, con Jeff Bridges, Ewan MacGregor, Kevin Spacey e Clooney, ovviamente. Il film, da 4 dicembre nelle sale distribuito da medusa, è ispirato al libro «Capre di guerra» (Arcana) del giornalista inglese Jon Ronson che narra un fatto vero. La storia è legata alle teorie del colonnello Jim Channon, autore di un manuale new age che invitava ad usare, al posto delle armi, degli strumenti più umani, come la musica capace di placare gli istinti aggressivi del nemico, munizioni non letali e manipolazioni mentali. I superiori di Channon seguirono le sue idee e fondarono il gruppo degli «psychic soldiers» che avrebbero dovuto vincere le battaglie con i poteri della mente. Mentre Channon si è ritirato dall'esercito e vive alle Hawaii, esce la pellicola sull' «Esercito della nuova guerra», cui è affiliato Clooney, capace di uccidere una capra solo fissandola. Intanto il generale Stubbleine, direttore dei servizi segreti americani, prova a passare attraverso un muro con tante contusioni sul naso e in Iraq c'è una sorta di Guantanamo dove torturano i prigionieri facendo loro ascoltare delle filastrocche per bambini. A riguardo Clooney ha infine raccontato che «proprio le parti più stupide di questo film sono quelle realmente accadute: una cosa che ci faceva ridere spesso sul set». La star ha fatto poi il bagno di folla sul red carpet con Elisabetta Canalis e in serata il clou con il mega party al Casinò di Venezia organizzato da Medusa. Il popolarissimo divo hollywoodiano non è però riuscito ad offuscare il secondo film italiano in concorso sul Lido, «Lo spazio Bianco» di Francesca Comencini che dice di aver realizzato «il ritratto di di una donna di 42 anni che si sente ragazzina ma a volte anche vecchia, una donna che non fa mai ciò che ci si aspetta da una persona di quell'età. Mi sento molto vicino a questa donna che ha fatto le cose da sola e non ha mai aspettato che un uomo facesse le cosa al suo posto. Ma non voglio certo sancire l'inutilità dei maschi. Dimostrare, casomai, che occorre un nuovo patto d'amicizia tra i sessi, il modello non può essere l'assenza maschile, anche se questa situazione può capitare non deve essere per forza considerata negativa». Per la protagonista Margherita Buy il film è «la proposta di un nuovo patto d'amicizia tra uomini e donne basato sul rispetto e la conoscenza reciproca», ha concluso la Buy che è apparsa addolorata per la comparsa di Mike Bongiorno: «Sono cresciuta con i suoi quiz e con Rischiatutto, Mike fa parte della mia vita come della vita di tutti».

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