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VENEZIA Il film più importante di Giuseppe Tornatore.

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Sicomincia con Cicco, un pecoraro, che lotta con la miseria e, nei momenti più aspri, con i soprusi dei fascisti. Presto però spazzati via dalla conclusione della guerra, facendoci fare allora la conoscenza di suo figlio Peppino, un giovane ardimentoso che finisce per pretendere attorno a sé tutte le occasioni che la vicenda ci sottopone. Molte private: un amore prima contrastato, poi concluso da nozze perigliose presto coronate da varia prole. Molte pubbliche perché, avendo aderito al Partito comunista, ha scontri con avversari politici, deve far fronte a situazioni difficili, soprattutto dai Sessanta agli Ottanta e, dopo aver combattuto anche gli agrari e la mafia, si vede da ultimo costretto a misurarsi con molti di quelli che hanno avuto fiducia in lui e ora incontrano senza il suo aiuto difficoltà d'ogni genere, soprattutto quando vi si oppongono le istituzioni. In un finale elaborato il presente abbraccia il futuro ricollegandosi al passato. Con citazioni di grandi voci della cultura siciliana presente. Tornatore ha fuso il privato con il pubblico dando spazi simili all'individuo e al coro. Con immagini in cui la realtà diventa pittura, con figure, al loro centro, che si propongono con esattezza (fra il dramma e i lampi di ironia). Mentre dei ritmi ariosi con echi di canto le portano avanti con logiche serrate, grazie anche alle musiche splendide di Ennio Morricone che sanno perfettamente aderire sia alle varie epoche sia ai tanti caratteri cui dar sempre toni ispirati. Eguale perfezione negli interpreti. Il protagonista, Francesco Scianna, pur noto in teatro, al cinema e in tv, qui ha un volto nuovo con espressività originali. Al suo esordio, invece, la modella catanese Margareth Madé, che però gli si adegua. Attorno, anche in parti di fianco, nomi notissimi del nostro cinema. Per rendere omaggio a Tornatore e al suo film. (Concorso - Italia)

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