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Gli assi del Valle

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Tiberiade Matteis La nuova stagione del Valle, unico teatro romano ancora rimasto in gestione all'ETI, deve assecondare le nuove prerogative istituzionali improntate alla promozione della scena italiana all'estero e ha quindi deciso di puntare sulle monografie degli artisti per onorare l'approfondimento di temi e riflessioni in luogo del mero consumo culturale. Il pubblico potrà assistere così all'intero repertorio di figure rappresentative del nostro panorama teatrale. Il regista Gabriele Vacis presenta i suoi lavori: «Novecento» di Baricco il 3 novembre, «Libera Nos» il 4 novembre, «Uno scampolo di Paradiso» e «Synagosyty» il 5 novembre, il cechoviano «Zio Vanja» dal 10 al 22 novembre e «Camillo Olivetti: alle radici di un sogno» il 16 novembre. All'autore, attore e regista siciliano Spiro Scimone, fortemente apprezzato all'estero e soprattutto in Francia, sono riservate le date dal 24 novembre al 13 dicembre per una retrospettiva che accoglie in sequenza: «Pali» diretto dal collega di sempre Francesco Sframeli, la proiezione del film «Due Amici» che li vede protagonisti entrambi, «La festa» l'8 e il 9 dicembre, «Il cortile» il 10 e l'11 dicembre, «La busta» il 12 e il 13 dicembre. Il teatro Kismet Opera partecipa con i due eventi «La regina delle nevi» nel periodo natalizio e «Piccoli misteri», mentre la scrittura scenica di Emma Dante viene celebrata con «Le Pulle» dall'8 al 24 gennaio, «Carnezzeria» l'11 gennaio, «Vita mia» il 18 gennaio e «mPalermu» il 25 gennaio. Per Teatri Uniti torna dal 2 al 14 febbraio la goldoniana «Trilogia della villeggiatura» di e con Toni Servillo e arriva dal 16 al 21 febbraio «Manca solo la domenica», tratto da «Pazza è la luna» di Silvana Grasso, con adattamento, scene, interpretazione e regia di Licia Maglietta. Segue il Premio SIAE-ETI-AGIS assegnato a «L'ebreo» di Giovanni Clementi, incarnato da Stefania Sandrelli con la regia di Enrico Maria Lamanna: l'attrice parlerà per la prima volta in toscano, suo dialetto originario. Glauco Mauri si distinguerà dal 9 al 28 marzo ne «L'inganno» di Anthony Schaffer e il 22 marzo nel dittico beckettiano «Atto senza parole» e «L'ultimo nastro di Krapp», in cui si cimenta con la sua voce di trentunenne all'età di 79 anni. L'immancabile Andrea Camilleri ricorre con «Il birraio di Preston» dall'8 al 25 aprile e la chiusura spetta a Mariangela Melato alle prese con un capolavoro letterario come «Il dolore» di Marguerite Duras con la regia di Massimo Luconi: un'attesa tutta al femminile, scandita e fermata sulle pagine di un diario che racchiude la dignità di tante donne ugualmente capaci di sopportare e costruire vite difficili. Una scena simbolica, con un albero diviso in due da un muro che si apre e si chiude come uno squarcio della mente, ospita l'angoscia di un'eroina tragica in perenne trepidazione per il ritorno del marito, deportato a Dachau, fra strazio, provocazione, confessione e intimità.

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