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Se il paroliere gioca coi rebus

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RobertaMaresci Vi dice nulla «Diletto sotto il sole»? È il titolo del libro che sta leggendo una donna in spiaggia, seduta sulla sdraio. Dov'è l'errore? Non vi viene in mente «Delitto sotto il sole» di Agatha Christie? Parte da questo refuso, l'unico di cui il volume non dia soluzione, il senso de «Il libro dei giochi per le vacanze» (Mondadori, pag. 246). L'ennesimo colpo messo a segno da Stefano Bartezzaghi, milanese, classe '62, saggista e cultore di giochi di parole italiane, sta nell'aver miscelato l'enigmistica al libro estivo. Stile «diletto perfetto» in copertina. Lì, in quella via di mezzo, trova posto questo volume. Contiene oltre 160 indovinelli e parole crociate da risolvere sotto il solleone: dai semplici rebus a cruciverba più complicati di quelli ideati dal fratello maggiore Alessandro, che ha seguito le orme del padre diventando una colonna portante della «Settimana Enigmistica». «Un volume - annuncia Stefano - non da leggere, ma da scrivere. I cruciverba quasi un secolo fa hanno apportato questa grande novità: il giornale non richiedeva più di essere letto, ma di essere scritto. Il lettore doveva prendere una matita in mano e scrivere sopra le pagine: la prima forma di interattività». Dunque nulla di nuovo sotto il sole? «I giochi sono tutti inediti, ma alcuni sono di tipo classico, come cruciverba e indovinelli; vecchissima è l'idea che alle persone piace sentirsi impegnati in una sfida enigmistica. Di nuovo ci sono molti tipi di gioco, le illustrazioni della bravissima Gabriella Giandelli e l'idea di un libro di enigmistica, idea che in Italia non ha mai attecchito molto (a parte un esempio del 1925 e proprio di Mondadori)». E i refusi? «Il gioco dei refusi mi è venuto in mente molti anni fa – continua Bartezzaghi - anche se è la prima volta che lo propongo in questa forma enigmistica. Stavo leggendo un articolo su un giornale che mi è caduto di mano dopo aver letto la frase che "lo zar Alessandro II amava così tanto lo champagne Roederer che un anno ne orinò l'intera produzione". A volte l'errore di stampa produce frasi che hanno un loro senso, quindi mi sono messo a produrre falsi errori di stampa. Ma quelli che fabbrico sono sempre meno belli di quelli che escono veramente». Dal cruciverba che lei ha definito come «l'inavvertito elefante che siede nel salotto della comunicazione del 1900», arrivando agli indovinelli, che dire dei rebus senza disegno che si è inventato? «Devo smentire la notizia: i "rebus descritti" sono un classico dell'enigmistica. Ne ha fatti anche il poeta Edoardo Sanguineti, che ha scritto poesie in cui descrive vignette di un rebus. Io ho ripreso questa tradizione. Dato che non so disegnare, quando mi viene un rebus scrivo un testo tramite il quale il lettore può risalire a una frase segreta».

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