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La fine di un amore ha il volto di Mita Medici

Mita Medici

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La fine di un amore durato per trent'anni comunicata con una lettera lasciata sul comodino muove la riflessione scenica di «Naufraghi» di Giampiero Rappa che Mita Medici incarna, con regia condivisa con l'autore, stasera alle 21,30 ai Giardini della Filarmonica, nell'ambito della rassegna «I Solisti del Teatro», diretta da Carmen Pignataro. Sprofondata subito nella palude della sofferenza, la protagonista impara a riemergere lentamente trasformando quella inquietante e tragica missiva in un biglietto virtuale per un lungo viaggio attraverso i ricordi del passato e l'esperienza di nuovi incontri. Si tuffa così in una sorta di naufragio mentale e psichico per le vie di una grande metropoli, tra personaggi insoliti in cerca della propria identità e altre figure che hanno davvero sperimentato la sua condizione intima in un contesto atrocemente reale perché, in qualità di clandestini, si sono trovati alla deriva su un'imbarcazione di fortuna. «Si parla di naufragi di vita e di ideali, che contraddistinguono soprattutto la mia generazione, ora risvegliati dalle immagini delle navi disperse nei mari del nostro Sud - ha dichiarato l'attrice Mita Medici - La vicenda privata di una donna apre a una meditazione su un momento storico, che potrei definire "disumanistico", come quello che stiamo vivendo. Lo spettacolo si concentra sul tema dell'abbandono come strana via di rinascita, ricordo e utopia». Il finale a sorpresa arriva dopo un racconto tenuto sul filo della tensione emotiva e dell'ironia con l'indispensabile accompagnamento delle musiche, eseguite in scena da Massimo Cordovani alla chitarra, al basso e agli effetti sonori, da Massimiliano Sacchi al sax baritono e al clarinetto e da Sergio Quagliarella alla batteria e alle percussioni. La scenografia è affidata a Barbara Bessi, mentre il disegno luci è di Gianni Staropoli.

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