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Tremila chiese in Regione, il Lazio diventa un museo

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Eha portato avanti il progetto del Museo diffuso, con la collaborazione e il beneplacito del direttore Regionale Luciano Marchetti e del Sottosegretario di Stato ai Beni Culturali Francesco Giro. Musealizzare significa prima di tutto mettere le didascalie ai siti e alle opere più importanti - oltre tremila le chiese coinvolte - significa poi organizzare visite guidate e redigere un indice dei restauri e, perché no, pubblicare «gli itinerari, che saranno gli strumenti di guida più agili, da distribuire nelle edicole, dove già si può trovare il primo numero», come ha tenuto a sottolineare la Soprintendente. Il tutto in accordo con le università romane, con quella della Tuscia e con tutti i vescovi della regione, che hanno detto la loro aiutando nel lavoro. Non mancherà l'allestimento di mostre monografiche su pittori nati o attivi nel Lazio come Bartolomeo Cavarozzi da Viterbo, Girolamo Siciolante da Sermoneta, Scipione Pulzone da Gaeta e molti altri: esposizioni che saranno realizzate presso le città natali degli artisti da qui al 2012. «Rendere noti i pittori del territorio - ha commentato Marchetti - è culturalmente importante». Gli strumenti informatici saranno a portata di mano: attraverso l'informatizzazione dell'Archivio fotografico della Soprintendenza, con una fototeca on-line. Inoltre, i primi di settembre aprirà un nuovo sito (www.museodiffusolazio.it) dove poter trovare le informazioni necessarie ai turisti. Sempre in internet, saranno disponibili centinaia e centinaia di foto in duplice risoluzione. Per pubblicarle, sarà necessario pagare con carta di credito. «Dobbiamo fare sistema - ha commentato il Sottosegretario di Stato Francesco Giro - e integrare ciò che abbiamo. Come con successo è accaduto a Tivoli. Il comune denominatore è il paesaggio. È il territorio a mettere insieme gli altri elementi. Le risorse non bastano e, forse, un tempo sono state spese male. Ci vuole organizzazione - ha continuato - per coinvolgere il mondo del privato e per farci conoscere e notare anche all'estero, cosicché possiamo creare benessere sociale e materiale: abbiamo - secondo i dati Federculture riferiti al primo trimestre 2008 - ben 9700 imprese attive in Italia, che si occupano anche del settore cinematografico».

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