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Barbe eccellenti, vince il buon Marx

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Quesito: la barba fa storia? C'è più fascino, più potere per chi la porta? «Grande barba uguale pidocchi, non cervello» ammoniva un anonimo aforista greco. Ma Federico Barbarossa sarebbe stato incoronato dal papa imperatore del Sacro Romano Impero senza quella faccia incorniciata? Ci scusino i compulsatori di documenti, i topi di biblioteca e d'archivi. Ma forse non è futile l'interrogativo se s'allarga alla fama a posteriori, alla molla che una volta per tutte imprime un volto nell'immaginario collettivo. Così un sondaggio condotto da Focus Storia - il mensile Gruner+Jahr/Mondadori - stabilisce che è di Karl Marx la barba più famosa della storia. Vince col 35%. Seguono nell'ordine quelle di Gesù (27%), Charles Darwin (20%), Fidel Castro, (6%) Abramo Lincoln ex aequo con il gruppo rock ZZ Top (4,4%), Pavarotti (2), Rasputin (1) e Dickens (0,2). È vero, il filosofo tedesco è di moda in questi tempi di messa sotto accusa del capitalismo viziato dalle ingegnerie finanziarie. Idem per Darwin (20 per cento) rilanciato in tutte le salse nell'anno del bicentenario. Ma perché mettere nella griglia di partenza Dickens (0,2 per cento) e non il pizzetto bianco di Giuseppe Verdi? Il sondaggio non ha alcun valore statistico, in quanto non è basato su un campione elaborato scientificamente, spiega la rivista. Vuole solo dare la possibilità di esprimersi sui temi dell'attualità. Allora chiediamo noi al filosofo Dario Antiseri: chi metterebbe in cima alla lista? «Sarebbe meglio un sondaggio che si interessasse delle teste, invece che delle barbe», ammonisce. E poi «La testa migliore? Quella di Cristo, per i valori che ha trasmesso». Simona Marchini, attrice, regista, animatrice culturale, gallerista, eccetera: «Scelgo pizzetto e baffi di D'Artagnan. Lui era arguto, coraggioso, avventuroso e cavalleresco, da piccola mi faceva sognare. Bello Rigoletto con la barba, inevitabile non radersi per i baritoni e i bassi, sempre nelle vesti di personaggi paludati. Pavarotti, tenore, faceva eccezione. e ci piaceva così». Non ha dubbi Gino Agnese, presidente della Fondazione Quadriennale e massmediologo: «Voto per la barba di Noè. Simbolo del primato maschile. Segno di carisma. Perfino le faraone, le Cleopatre, l'avevano. Finta». Ma la barba è di destra o di sinistra? «Di sinistra se è incolta. Vedi Scalfari, vedi Fidel Castro e i suoi barbudos assiepati nella Sierra Maestra per fare la festa a Batista. Ma se è modellata, diventa di destra». L'esempio in casa nostra: la barbetta a pentagono del ministro La Russa.

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