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L'abate: «Il Papa viene qui perché tutto il mondo dialoghi»

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Abbiamointervistato in esclusiva don Pietro Vittorelli, 191° Abate di Montecassino. Qual è il nodo simbolico che lega papa Ratzinger a San Benedetto? Benedetto XVI ha unito il proprio ministero a quello del Patrono d'Europa, San Benedetto. Per il Pontefice il santo di Norcia rappresenta il principale punto di riferimento per l'unità europea e irrinunciabile richiamo alle sue radici cristiane. Inoltre Montecassino è sempre stata unita a Roma e ai suoi vescovi dando al Seggio di Pietro innumerevoli papi. Benedetto XVI ha più volte fatto richiamo alla tradizione monastica, apparentemente lontana dalle esigenze di una società complessa come la nostra. Ciò non rischia di vanificare a priori gli intenti pastorali del Pontefice? Devo ricordare uno dei tanti anniversari di quest'anno: il 45° della riconsacrazione dell'Abbazia da parte di Paolo VI - il 24 ottobre del 1964 - in pieno Concilio Vaticano II, nonché la proclamazione di San Benedetto a 'Celeste Patrono principale dell'Europa'. Perché questo ricordo? Alla fine dell'Impero Romano d'Occidente, in un mondo in pieno naufragio come quello attuale, San Benedetto e i suoi figli portarono con 'la croce, il libro e l'aratro il progresso cristiano e culturale alle popolazioni sparse dal Mediterraneo alla Scandinavia, dall'Irlanda alle pianure della Polonia'. Il Papa ci esorta oggi a fare altrettanto aprendo i nostri monasteri a chi è assetato di fede, saggezza, cultura. Carmine Mastroianni

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