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Tamburi e orchestra vanno a braccetto

Tamburo Kodò

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Accoppiata insolita e quasi certamente vincente, quella del concerto del 23, 25 e 26 maggio dell'Accademia di S. Cecilia nel Parco della Musica, appena presentato nell'Istituto Giapponese di Cultura. Infatti all'Orchestra ceciliana, diretta dal nipponico Tatsuya Shimono, si uniranno sette tamburi Kodò, la formazione di percussionisti che ha sede nella meravigliosa isola di Sado, per custodire a contatto con la natura incontaminata le tradizioni musicali popolari giapponesi, e che si esibisce in tutto il mondo. Il concerto si pone lo scopo (ma non è la prima volta: pensiamo alle performances di Tan Dum a S. Cecilia) di avvicinare al massimo la tradizione musicale orientale a quella occidentale, non solo immettendo in un'orchestra, quella di S. Cecilia fra le principali in Italia, i celebri tamburi giapponesi in pelle e legno previsti nella partitura «Mono-Prism» del nipponico Maki Ishii, che il maestro Shimono dirigerà, ma anche abbinando a tale programma un capolavoro del Novecento europeo, «La Sagra della Primavera» di Igor Stravinsky. La tradizione dei Kodò è millenaria: i loro tamburi giunsero in Giappone dalla Cina nel VII secolo, con finalità ovviamente religiose e rituali: quelle che verranno riproposte in vari brani popolari nell'ulteriore concerto che l'Accademia di S. Cecilia propone il 27 maggio, «Ekkyo: oltre i confini» per i soli tamburi Kodò, cui si accompagnano canto e danza degli stessi percussionisti. I confini da oltrepassare, cui allude il titolo del concerto, sono quelli del mondo terreno, poiché la musica percussiva dei Kodò tende al contatto col Divino: ma sono anche le barriere di lingua e religione che il gruppo si propone di superare. In ogni caso, i percussionisti Kodò aggrediscono il tamburo con l'eroico spirito dei Samurai, talvolta suonandolo in due sulle sue due facce, con effetti scenografici e sonori inusitati, specie se uniti al fascino dei possenti percussionisti a torso nudo. Tutt'altro che facili le prove col direttore Shimono, che si sono svolte nell'isola di Sado: rara e impedibile perciò l'occasione di questo concerto per il pubblico romano.

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