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Confronto tra generazioni in rosa

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Quattroin un decennio, gli anni Sessanta, le altre quattro trent'anni dopo. Le prime, amiche fra di loro, si incontrano ogni giovedì per giocare a carte, le seconde si ritrovano insieme dopo il funerale della madre di una di loro perché le quattro donne degli anni Sessanta erano le madri, mentre le quattro dei Novanta sono le loro figlie. Scena fissa, il salotto di una di loro, lo stesso in entrambi i decenni. Diversi, invece i dialoghi che ci fanno ascoltare, in armonia con le epoche. Nei Sessanta le donne, pur con caratteri differenti, si rivelano senza propri diritti, sottomesse in ogni decisione ai mariti anche quando si sanno tradite o li tradiscono. Nei Novanta sono molto più libere, hanno professioni che dovrebbero farle sentire autonome ma, tutte, stentano a trovare una vera strada. Pur unite, come le loro madri, dal sentimento comune della maternità, in alcune agognato, in altre o respinto o addirittura temuto. Alla base, c'era un felicissimo testo teatrale di Cristina Comencini andato incontro l'altr'anno sulle scene a un larghissimo successo. Con il contributo di quattro nostre grandi attrici che quei personaggi avevano rappresentato in entrambe le età. Oggi Enzo Monteleone, da anni sceneggiatore abilissimo e da poco anche regista ("El Alamein - la linea del fuoco"), ha ripreso quel testo e, a parte la scelta di otto e non più di quattro attrici per i personaggi delle protagoniste, ha mostrato di voler rimanergli il più possibile fedele. Così ha rispettato l'impianto teatrale, la scena unica, l'intrecciarsi fitto dei dialoghi, ma li ha poi risolti con le dinamiche del cinema, privilegiando, con ritmi sempre sciolti e spesso anche serrati, i primi piani, l'intensità degli sguardi, i frequenti movimenti di macchina di fronte, di spalle, tra i gruppi, costruendo decisamente attorno a quell'azione in due tempi lo stesso clima drammatico ideato da Cristina Comencini: con tutti i suoi riflessi e le sue molteplici varietà di natura psicologica. Con l'occasione, grazie a quelle interpreti raddoppiate di numero, ha potuto fare il punto con fervore sulla sempre più fortunata evoluzione, all'interno del nostro cinema, dell'arte della recitazione. Addirittura smagliante, per i Sessanta, in grandi attrici come Margherita Buy, Isabella Ferrari, Paola Cortellesi, con segni altrettanto vitali, per i Novanta, in attrici più giovani come Alba Rohwacher e Carolina Crescentini. Tutte da applauso. Come le altre, pur non citate.

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