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Cinema e videogame il matrimonio del secolo

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Mark Wahlberg in Max Payne

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A partire dall'oramai mitico Pong del 1972, la loro inarrestabile diffusione ne testimonia l'evidente ruolo da protagonista come fenomeno culturale di massa, paragonabile a quello del cinema e della televisione: basti pensare che - recenti statistiche alla mano - almeno negli Stati Uniti, le vendite dei videogiochi hanno nettamente surclassato quelle dei biglietti delle sale! Oltre alla rivalità però, tra i due mezzi di comunicazione esiste in realtà un legame ben più profondo: innumerevoli, infatti, le trasposizioni di film tratti dall'universo digitale e videogiochi ispirati a pellicole di successo. Ultimo caso di cinema "videogamizzato", attualmente in programmazione, è "Max Payne" diretto da John Moore. L'epopea virtuale del poliziotto-giustiziere newyorkese, che ha giurato vendetta alla banda di criminali colpevoli dell'uccisione di sua moglie e sua figlia, è letteralmente "incarnata" sullo schermo da Mark Wahlberg. Sorte simile per il 22° episodio di 007: "Quantum of Solace" in circolazione contemporaneamente "nei cinema e nelle case"! Dal maggio 2006 e fino al 2014, infatti, la Activision ha acquisito i diritti per sviluppare e vendere videogiochi basati sulla serie di James Bond e ha diffuso un prodotto elettronico incentrato proprio sulle due ultime puntate della saga. Chi non ricorda inoltre l'omaggio hollywoodiano di qualche anno fa alla prima "diva digitale" Lara Croft, impersonata da Angelina Jolie, eroina super-sexy in Tomb Raider di S. West? Facendo un passo ancora indietro nel tempo potremmo citare molti altri esempi di interazione tra "videogames cinematografizzati" e "cinema videogamizzato", da: Super Mario Bros, Street Fighter, Mortal Kombat e Final Fantasy; fino ai più recenti "cult" di ambientazione horror come: la saga interpretata da Milla Jovovich Resident Evil e Silent Hill. Nonostante il cinema presupponga un ruolo passivo dello spettatore (regolato dalla necessità di un filo logico narrativo e dallo sguardo convogliato dal regista) e il videogioco - al contrario - necessiti unicamente della sua massima interazione, i due mondi espressivi continuano a contaminarsi a vicenda sia nelle scelte produttive, sia nei linguaggi. Si pensi solo alla spettacolarizzazione di questi passatempi, sempre più di "stampo hollywoodiano": carrellate, movimenti di macchina, panoramiche e soggettive… un vero e proprio bagaglio registico a disposizione del giocatore! Quando invece è stato il cinema ad ispirarsi all'universo elettronico, gli esperimenti più interessanti si sono avuti non tanto con le pellicole che hanno riproposto semplicemente la visione di un gioco in commercio, bensì con quelle dall'intento sofisticato di generare spunti "filosofico-riflessivi" come eXistenZ di D. Cronenberg e Matrix di A. e L. Wachowski. Una menzione non solo speciale ma "nostalgico-affettiva" spetta invece al pioneristico Tron del lontano 1982 - primo film in assoluto sulla realtà virtuale - in qualità di "antesignano e sdoganatore" di genere.

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