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Giorgia: "Ho denudato la mia anima"

Giorgia

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«L'hanno detto i maya. E i fenici, gli egiziani, gli aztechi». Ma cosa? «Che nel 2012 si invertiranno i poli magnetici della Terra». La fine del mondo. «È diverso. Può darsi che si rimetta in moto l'elettricità del cuore, l'energia di questa fragile umanità. Che ciascuno di noi dica: che stamo a ffà? E allora ricominceremo il cammino per salvarci l'anima. Ora che è crollata anche l'economia, non possiamo inseguire false sicurezze. Dobbiamo guardarci dentro. Sembro matta?». Il sorriso di Giorgia pare una fiaccola accesa nella notte. Per riconquistarselo ha aperto un cassetto, rigorosamente Ikea, ha frugato ovunque e ha tirato fuori il racconto della sua voce. Quella che ha fornito il materiale per la tripla antologia "Spirito Libero", con quattro inediti sparsi fra incisioni originali, nuovi mix, reintepretazioni dei suoi classici pop e un dvd con i video. «Dapprima non trovavo niente: è stato un viaggio nella storia dei mezzi di registrazione: cassette, Dat, cd. Volevo ricantare tutti i pezzi: ascoltavo "E poi" e rivedevo 'sta ragazzina con le perle al collo e la frangia di capelli alla Capitan Harlock. Che tenerezza. Io non sono mai stata davvero nazional-popolare, mi faccio pure le canne! Allora parevo così sicura di me, fredda e arrogante. Invece ero terrorizzata. Speravo che la vita non mi riservasse niente di spiacevole: mi è capitato di tutto». Ora il cassetto è vuoto? «Ci ho rimesso l'innocenza di un tempo: ho imparato ad accettarla. Ho capito che puoi sbagliare, che non piacerai a tutti, che qualcuno ti abbandonerà. A 37 anni sto uscendo da questa adolescenza mentale. Sono ottimista: devo solo seguire la mia strada, sapere di poter contare su me stessa. Sto imparando a volermi bene. Non sopporto più di sentirmi in colpa.». Riesce a dirselo davanti allo specchio? «Argh... Mi metto a ridere come una matta. Ma la mia voce interiore mi parla a volume sempre più alto. Mi dice: basta rivendicazioni, metti da parte l'insicurezza, non farti tirare la giacchetta da tutti, innesta filtri all'impulsività. Accetta ciò che è stato. Quei pezzi sono foto di momenti, ricordi, incontri. È bastato togliere chili di riverbero agli arrangiamenti di 15 anni fa. Poi, per rifare "Nessun dolore" mi sono seduta davanti a Battisti come se non lo conoscessi». La sofferenza di certi periodi arriva ancora, ma denudata. «Sulla copertina del cd indosso una collana tibetana. Le sue pietre come un rosario con i grani del tempo trascorso. La mia famiglia a volte si chiede se io abbia bisogno di protezione. Temono che avesse ragione nonna Delia». Cosa diceva nonna? «Sosteneva che qualcuno spruzzasse sostanze nell'aria per farci sbarellare. Tutti, mica solo io. Magari c'aveva preso. Ci penso quando incrocio Arturo». Arturo? «Il portiere di casa mia. È adorabile, ma non riesco a guardarlo in faccia, perché è un sosia di Bush. Impugna il tosaerbe e sembra un "Ghostbusters". Mi dice: "ma lei signorina non esce mai?". In realtà svicolo dal cancello sul retro, e vado in perlustrazione alle due di notte per recuperare il mio gatto Filippo. Faccio talmente tanto casino che mi cacceranno». Il gatto è curativo. «Infatti mi sta a cuore la sorte di Villa Flora, un ricovero per mici sulla Portuense. I fondi stanno finendo, non voglio sbattano gli animali in strada. Salvarli è una mia priorità. Tanto, dopo aver scritto il singolo "Per fare a meno di te" mi è venuto un blocco creativo. Che però non mi dà angoscia: prima o poi una lucetta si accenderà. E ho da fare con la radio online. Presento io, su www.dada.net». La nuova canzone è struggente, ma qualche maligno ha notato somiglianze con "Philadelphia" di Neil Young. «La musica l'ha scritta Fabrizio Campanelli, il pezzo è nella colonna sonora di "Solo un padre", il nuovo film di Luca Lucini. Quella cosa di Neil l'ho scoperta dopo, e Fabrizio è in buona fede. Certe analogie si riscontrano in migliaia di casi, le soluzioni nel pop non sono infinite. Anni fa scrissi "Il tempo", che finì nel cd "Senza Ali". Poi riascoltai "Pirates", un album di Rickie Lee Jones che avevo adorato. C'era una canzone identica: inconsapevolmente, l'avevo copiata tutta. Fichissimo». Una volta messe tutte in fila, qual è la "sua" canzone? «Una? Non vale! Mi viene da dire "Farei di tutto", uno dei nuovi inediti. L'hanno scritta Emiliano Duncan e l'attrice Cecilia Dazzi: il testo mi dipinge in modo perfetto. E "L'eternità", che dopo averla tanto cantata dal vivo l'ho riaffrontata per tirarne fuori ogni segreto. O "Poche parole": lì Mina, duettando con me, è come se mi avesse detto: "tutto quel che hai fatto finora va bene, capito?». Anche Laura Pausini parla bene di lei. «Quando vinse il Grammy le mandai un sms: "che ficata!". La sua purezza l'ha salvata. Gira il mondo da quando aveva vent'anni, si è fatta un mazzo così». Non rimpianga mai di non aver accettato di cantare "Volare" con Michael Bublè. «Vero? Magari mi serviva per la carriera, ma io che c'entravo? Modugno può farlo solo Modugno. Non un americano». Il 1° dicembre concerto-evento all'Auditorium di Roma. «Ho mille idee. Magari comincio con un coro gospel, poi un deejay set, poi qualcosa di acustico, e finale con la band. Può funzionare? O sembrerò matta?».

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