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Dina D'Isa [email protected] Nel mezzo di un ...

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Dopo gli incassi vertiginosi già avuti in patria, il regista Laurent Cantet è felice soprattutto perché la pellicola sta catturando l'attenzione di molti adolescenti. Tratto dal libro dell'insegnante di scuola media Francois Begaudeau, che si è ispirato alle sue esperienze personali e che ha accettato di fare il protagonista, il film mette a confronto 25 alunni tra i 13 e i 15 anni con l'insegnante di francese. In classe s'incrociano studenti di origini e culture diverse, cresciuti nella banlieue parigina, con un professore aperto ed entusiasta, ma determinato a mantenere ordine e rispetto. «Non volevo realizzare un'opera rappresentativa di tutta la scuola francese - ha detto Cantet - ma lo spaccato di un particolare quartiere multietnico, il ventesimo arrondissement. Lì, ho creato un laboratorio aperto a tutti i ragazzi, sia durante l'anno scolastico sia nelle vacanze estive. All'inizio erano 50. Poi si sono dimezzati e con quelli rimasti abbiamo girato il film. Nelle lezioni spesso si esortavano i ragazzi al dialogo, il professore scendeva dalla cattedra invitando al confronto e al ragionamento. Ma alla fine quei momenti delicati in cui si dà spazio alla democrazia, nel difficicile equilibrio tra tolleranza e prevaricazione, vengono infranti. Però, sebbene si verifichi un fallimento di quel modo d'insegnare non significa che nel frattempo non sia successo nulla, perché l'utopia, anche se brevemente, si è realizzata. In Italia come in Francia il sistema scolastico tende ora alla restaurazione: ridurre il numero degli insegnanti è la peggiore risposta che si possa dare per risolvere i problemi della scuola. Sono stato criticato solo da una parte della stampa francese, ma il consenso del pubblico è unanime, perché il film fa riflettere sulla necessità di creare una scuola nuova, più legata alla realtà». Cantet si sente in questo vicino a Matteo Garrone, il regista di «Gomorra», che come lui si è ispirato alla realtà e come lui è stato candidato a rappresentare il proprio Paese nella corsa all'Oscar. Il tema della scuola è oggi così scottante che anche in Italia si sta preparando un film girato in una scuola multietnica: quella del Celio, quartiere romano dove s'intrecciano razze e culture diverse. Il film si intitolerà «Celio Azzurro» e sarà diretto da Edoardo Winspeare, tra poco in concorso al Festival di Roma con «I galantuomini». Oggi, intanto, «La classe» sarà proiettata nel Liceo Scientifico Morgagni di Roma, alla presenza della preside Maria Luisa Michesi e di Cantet che parlerà con i ragazzi, nella speranza che si sollevi un dibattito costruttivo sulla scuola. «Una scuola - ha sottolineato la maggior parte del corpo docente del liceo - sempre più vicina alla società, che è più complessa e con degli alunni sovrastimolati da tv e tecnologia. Siamo contrari alle frasi spot, come "restaurazione", perché occorre innanzi tutto riflettere per cambiare un sistema che non funziona più. Siamo per l'autorevolezza, non per l'autoritarismo e ci piacerebbe essere interpellati nei cambiamenti. Visto che il momento internazionale è molto delicato». Non a caso in Francia preoccupano una serie di suicidi da parte di professori avvenuti negli ultimi tempi.

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