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«La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e ...

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La tutela e il recupero dei beni artistici, comunque colpiti: dalle razzie belliche e dal commercio illegale, dalle alluvioni e dai terremoti. È il tema di fondo della mostra inaugurata oggi al Colosseo (e aperta fino al 15 febbraio), «Rovine e rinascite dell'arte in Italia», promossa dal Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario del primo regolamento organico di tutela, costituitosi presso la Direzione generale dei beni librari e istituti culturali del Ministero per i beni culturali, ed allestita dalla Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Roma. Sessanta opere provenienti da musei italiani e stranieri illustrano un secolo di faticose conquiste in difesa del patrimonio. Sei le sezioni che attraverso i capolavori esposti accompagnano il visitatore in un percorso cronologico. Un prologo storico, «Alle origini della tutela», rievoca il lungo periodo di abbandono o di incertezza che va dal Medioevo a metà Ottocento: caratterizzato dalle razzie e dalle dispersioni, ma sfociato negli albori di una presa di coscienza che impedì fra l'altro ai frammenti delle metope di Salinunte - oggi in mostra provenienti da Palermo - di finire allora al British Museum. «L'unità d'Italia e l'educazione nazionale» si sofferma sull'ultimo trentennio del XIX secolo, col crescente impegno dello Stato nelle campagne di scavi e nella organizzazione dei musei. Si riuniscono, in questa sezione, le cinque statue dei filosofi della «galleria dei sapienti» del giardino Ludovisi provenienti dall'attuale sede dell'ambasciata USA a Roma e dalla Ny Carlsberg Glyptotek di Copenaghen. «Il progresso del Novecento»: è la sezione dedicata alle prime norme di tutela, tese ad imporre il principio dell'interesse pubblico, fino all'esercizio del diritto di prelazione. Spiccano la splendida Hestia Giustiniani, prestito del principe di Torlonia e l'Atena Ilias di Pratica di Mare, esposta per la prima volta dopo l'accurato restauro: eccezionale scultura in terracotta rinvenuta cinque anni fa nella zona del lago del Fucino e scelta come immagine della mostra. Nella quarta sezione, «La propaganda fascista e la guerra», merita particolare considerazione l'impegno di quanti si adoperarono, rischiando, per proteggere o riportare in Italia i capolavori danneggiati o trafugati: l'Apollo bronzeo di Pompei ne è significativo esempio. «L'evoluzione dei principi di tutela», dal dopoguerra alla nascita del Ministero per i beni culturali fondato da Giovanni Spadolini, accompagna l'evoluzione dei principi di tutela. Emozionante l'abbinamento in mostra della statua acefala di Niobe, rinvenuta nel 2005 alla villa dei Quintili sull'Appia Antica, con la testa ritrovata nel castello di Nieborow, in Polonia. È anche il periodo di alluvioni e terremoti, che costringono gli esperti ad eccezionali restauri, come l'imponente leone di Val Vidone, colpito dall'alluvione di Firenze del 1866, o il Vesperbild (Madonna quattrocentesca con Cristo fra le braccia), tratto dalle macerie del Duomo di Gemona all'indomani del terremoto del 1976. Uno sguardo infine al futuro, «Controtendenze: la tutela oggi»", sulla intensa fase di accordi internazionali, di prestiti a lungo termine fra musei di diversi Paesi, al fine di contenere il mercato clandestino. Sono esempio di fattiva collaborazione i quattro frammenti del rilievo con il mito di Efeso, due appartenenti al Museo archeologico di Ostia antica e gli altri ceduti in comodato dagli Staatliche Museen di Berlino, oggi apprezzabili nella loro completezza. Un settore conclusivo è dedicato all'Arma dei Carabinieri, impegnata nella delicata, paziente opera di indagine e di recupero: tanta documentazione (foto e giornali) e un pezzo di autentico pregio, il cratere a calice apulo, trafugato da Taranto e recuperato in Svizzera. Nell'insieme delle opere esposte si distingue la statua bronzea dell'Arringatore, il capolavoro della collezione di Cosimo dei Medici. Arte e bellezza, ma anche competenza, dedizione, impegno civile. Un insegnamento per i nostri giovani, responsabilizzati e coinvolti nella tutela e corretta fruizione di un patrimonio che tutti debbono curare e sentire come proprio.

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